Le
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LA STRADA SBAGLIATA
Le cicale sanno essere veramente
fastidiose quando hai deciso di
voler fare un riposino, al
fresco di un albero, in aperta
campagna. Per quanto provi a
pensare ad altro, a far finta di
non ascoltarle, ti rimbombano in
testa con un suono amplificato
tanto da non sentire altro.
Fastidiose come il ticchettio
della sveglia alle 2 di notte, o
la gocciolina d’acqua che
scivola via dal rubinetto
difettoso. Inoltre, a peggiorare
le cose, un vento caldo
avvolgeva Catricalà facendolo
sudare da fermo, il solo battito
delle palpebre gli procurava uno
sforzo da farlo gocciolare.
Erano ormai due ore che
Catricalà aspettava il
Maresciallo Rapisarda.
Quando Pepè incontrò
Gaetano Passalacqua per le
strade del paese erano le nove
del mattino, e da subito si
capiva che la giornata iniziava
male. Passalacqua, tutto
agitato, continuava a ripetere a
Catricalà che gli avevano
devastato il suo campo di mais.
A nulla erano valse le
precisazioni di Pepè sul fatto
che questo era un reato da
denunciare ai Carabinieri e non
hai Vigili. Gaetano non volle
sentire ragioni, arrabbiato
com’era trascinò Pepè, quasi di
peso, al suo terreno fuori
paese. Giunti sul posto
Catricalà non poté fare altro
che constatare che la
coltivazione era in parte
distrutta. Chiamò il Maresciallo
Rapisarda il quale, dopo aver
sentito la storia, disse che
aveva un caso urgente e che
sarebbe arrivato al più presto.
Meno male che un albero, al
confine fra i
due terreni, offriva a
Catricalà quel poco di ombra
necessaria ad evitargli
un’insolazione, maledicendo il
fatto di aver preso quella
mattina la strada sbagliata,
quella che portava all’incontro
con Passalacqua.
Non era la prima volta che
Gaetano subiva questo tipo di
danni ai suoi campi. Eppure era
una persona stimata e benvoluta
da tutti, senza nemici
apparenti. Ogni volta ne era
seguita una denuncia che,
naturalmente, non aveva portato
a niente.
Ormai erano le due del
pomeriggio e del Maresciallo
nemmeno l’ombra. Pepè, oltre a
dover sopportare il caldo e le
cicale, aveva nelle orecchie
anche le lamentele costanti e
petulanti di Passalacqua.
Squillò il telefonino, Catricalà
rispose e dopo un po’ ebbe una
mazzata in capo: il Maresciallo,
per ragioni urgenti, non poteva
recarsi sul luogo del “misfatto”
e quindi “delegava Pepè ad
effettuare le
indagini
necessarie al raggiungimento
della soluzione del caso”,
questa fu la frase
esatta.
In pratica gli appioppava la
grana prendendolo anche in giro!
La risposta di Catricalà fu
lapidaria: "vaff…vai
a quel paese!!!"
Sotto un sole che “spaccava il
culo alla ciuccia”, per usare un
detto locale, Pepè si mise a
girare intorno al campo in cerca
di tracce. Il perimetro del
terreno era di circa due km ed
ogni passo era accompagnato da
una bestemmia! Non sapeva
nemmeno lui cosa dovesse
cercare, forse dei segni di
ruote di mezzi agricoli,
impronte di persone o di bestie
da pascolo;
una mandria avrebbe
potuto creare quei tipi di
danni, in pratica brancolava nel
buio.
Non trovò niente.
Gli unici segni furono le
impronte delle ruote del
trattore di Passalacqua. Chi
aveva fatto il danno era stato
bravo a non lasciare tracce.
Finito il giro si ritrovò sotto
“l’amato” albero, stanco, sudato
e arrabbiato. Erano ore che era
li e gli era venuto pure un
certo appetito, l’aria di
campagna si sà
è salutare, mentre si asciugava
il sudore si accorse che
l’albero che gli faceva ombra
era carico di ciliegie. Ci pensò
un po’ ma poi la fame ebbe il
sopravvento sulla stanchezza, si
arrampicò velocemente e cominciò
a mangiare, era l’unica nota
positiva della giornata. Gli
sembrava d'esser
tornato ragazzino, quando con
gli amici se ne andavano in
campagna in cerca di mandorle,
noci, pesche;
a seconda della stagione, e
questa volta non doveva nemmeno
fare attenzione all’arrivo del
proprietario visto che aveva
direttamente il suo consenso.
Man mano che saliva le ciliegie
erano più buone,
quando fu in cima rimase
esterrefatto. Lo stupore fu
talmente grande che impiegò
qualche minuto per riprendersi.
Scese velocemente dall’albero
dirigendosi verso la macchina,
non sentì nemmeno Passalacqua
che continuava a chiamarlo
chiedendogli dove andava.
Salì in paese e si recò al Bar
Atteritano, sapeva che Raffaele
era in possesso di uno strumento
che poteva essergli utile per le
indagini del quale,
però, era gelosissimo. Ci mise
un bel po’ prima di convincerlo
a prestarglielo, gli costò la
promessa di due biglietti per il
concerto di Paolo Conte.
Fece i controlli che aveva in
mente ed ebbe la conferma che i
suoi sospetti erano fondati.
Prima di andare a godersi il
meritato “successo” dal
Maresciallo Rapisarda, pensò di
passare dal comando dei Vigili
per approfondire il caso con una
ricerca su internet.
Quando entrò nell’ufficio del
Maresciallo, Catricalà si
pavoneggiava sfiorando
l’indisponenza.
“Egidio, ho risolto il caso!”
disse fiero di se.
“Quale caso?” rispose Rapisarda
con aria di sufficienza.
“Non fare il finto tonto, il
campo devastato di Passalacqua!”
Catricalà capì
che il Maresciallo faceva
volutamente finta di cadere
dalle nuvole, solo per fargli
dispetto.
“E chi dobbiamo arrestare?”
Chiese Rapisarda.
“Non ho detto che ho trovato il
colpevole ho detto solo che ho
risolto il caso” rispose
Catricalà usando la stessa
insolenza.
“Non ti seguo, se hai risolto il
caso sai anche chi ha commesso
il reato, dimmelo e lo
arrestiamo” aggiunse il
Maresciallo, questa volta
era lui
ad essere
un po’ irritato.
“Non puoi arrestare nessuno,
perché il campo di Gaetano
Passalacqua è stato vittima del
famoso fenomeno di crop
circles, in italiano
Cerchi nel grano. Ne avrai
sentito parlare”.
“Si certo,
ma tu come l’hai capito?”
rispose sorpreso Rapisarda
“Ho guardato il campo dall’alto,
precisamente dal Castello, con
il telescopio di Atteritano.
Il mais
schiacciato ha una forma
geometrica perfetta, direi anche
fantasiosa.
Sono migliaia,
nel mondo,
i campi di cereali che
hanno ospitato questi fenomeni e,
come saprai, non è mai
stata data una spiegazione
univoca. L’ipotesi più gettonata
è che sia opera degli alieni...che
fai li arresti o li dichiari
latitanti?”.
Concluse malignamente Catricalà.
N.B.
La storia, i nomi e i personaggi
sono interamente INVENTATI!
15 luglio
2008
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