Le
inchieste di Pepè Catricalà
Ausiliario del
traffico
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IL CONCERTO
“Adoro le
giornate di sole!” pensava
Catricalà mentre faceva il suo
solito giro d’ispezione per le
strade del paese, godendosi una
giornata di cielo cobalto. La
pioggia lo intristiva, gli
faceva venire quella forma
patologica di mancanza di
volontà, quel tono dell'umore
caratterizzato da malinconia; in
una sola parola gli faceva
venire la “picundria”.
Aveva
sempre ammirato i paesi
scandinavi per il loro alto
senso civico, avendo
la voglia, in alcuni
momenti, di andarci a
vivere; voglia subito svanita al
sol pensiero di vivere a
temperature sotto zero. No, non
era per lui, che anche a
Ferragosto dormiva con la
maglietta della salute.
Si fermò al
Bar Atteritano a bere un latte
di mandorla fresco e a fare due
chiacchiere con l’amico
Raffaele, che era sempre di
buonumore, una di quelle persone
che hanno un’allegria contagiosa
e che vorresti incontrare
proprio quando piove.
Mentre
sorseggiava la sua bibita notò
una locandina appesa ad una
parete del bar che diceva:
Concerto per violino di Ugo
Uthi*
“Caspita –
esclamò Catricalà – il grande
violinista tiene un concerto in
paese?”
Effettivamente era un evento
eccezionale che un grande
concertista, di fama mondiale,
suonasse in un paese cosi
piccolo.
“E’
organizzato dalla Regione, ed
hanno scelto il nostro paese
perché suonerà al
Castello”
rispose Atteritano.
Di fatto,
tenere un concerto di violino
una sera d'estate
in un castello,
con scenografia e luci
particolari, è veramente
emozionante.
Naturalmente la locandina
elencava tutte le autorità che
avrebbero presenziato alla
serata, una sfilza infinita di
nomi che a mala pena lasciava
spazio a quello di Ugo
Uthi. Si sa, quando c’è da
presenziare le autorità non si
fanno pregare, anzi, di solito
si fa fatica a lasciarli a casa.
Catricalà,
fece una smorfia, bevve il suo
latte di mandorla e tornò al
lavoro.
Arrivato al
comando dei vigili scoprì che la
sera del concerto era di
servizio. Non era sorpreso, è
proprio quando ci sono questi
eventi che gli ausiliari del
traffico vengono maggiormente
utilizzati, quindi perché
prendersela. Sperava soltanto
che tutto andasse liscio, in
modo d’avere la possibilità di
ascoltare un po’ di musica.
Il giorno
del concerto il paese era
paralizzato, le auto erano
parcheggiate dappertutto, tanto
che, ad un certo punto, fu
consentito l’accesso in paese
solo a piedi. Forse gli
organizzatori avevano
sottovalutato il gusto dei
Calabresi in fatto di musica
classica. A questo punto
Catricalà dubitava che avrebbe
avuto la possibilità di
ascoltare un po’ di concerto,
fortunatamente il Maestro Uthi,
nel pomeriggio, aveva fatto le
prove e quindi era riuscito ad
ascoltare un po’ della melodia
uscita dal suo “Guarneri del
Gesù”.
Ormai
mancavano pochi minuti
all’inizio del concerto, il
castello era pieno
all’inverosimile, il palco era
stato montato davanti al
“Mastio” e con una sapiente
illuminazione creava
un’atmosfera suggestiva, unica!
Quando Ugo
Uthi salì sul palco lo accolse
un’ovazione di dieci minuti. Lui
stesso era meravigliato della
calorosa, per non dire
incandescente, accoglienza.
Ringraziò commosso il pubblico,
il quale si ammutolì per dare il
giusto silenzio alla melodia che
sarebbe seguita. Il Maestro aprì
la custodia del suo violino e
impallidì:
era vuota.
Il
“Guarneri del Gesù” di valore
inestimabile era sparito.
Dopo un
attimo di sbigottimento
generale, il Maresciallo
Rapisarda, che era seduto in
prima fila, tra le autorità,
salì sul palco e fece segno ai
suoi uomini di controllare
dappertutto. Il maestro Uthi
disse che si era riscaldato con
il violino non più di mezzora
prima, quindi lo strumento
poteva essere ancora vicino.
Furono bloccate tutte le uscite
e impedito a chiunque di
allontanarsi, ogni angolo del
Castello venne controllato
minuziosamente.
Il
chiacchiericcio, con le
supposizioni sull’accaduto, tra
le persone presenti continuava
ad aumentare man mano che il
tempo passava. Il Sindaco
Barbieri era preoccupatissimo
per il danno all’immagine del
paese.
“Ne
parleranno sicuramente i TG
nazionali, sarà una figuraccia!”
continuava a ripetere ai suoi
collaboratori.
Il tempo
passava ed il violino non si
trovava, eppure nessuno aveva
potuto allontanarsi dal
Castello. Ugo
Uthi stava ormai perdendo la
speranza di ritrovare il suo
prezioso strumento, il
Maresciallo Rapisarda lo teneva
costantemente informato
sull’esito delle ricerche.
Ormai era
passata un’ora, Catricalà, che
aveva collaborato con i
carabinieri alle ricerche, era
poco fiducioso sull’esito
positivo della faccenda.
Infatti,
poco dopo, il Maresciallo
comunicò al Sindaco che poteva
avvisare il pubblico
dell’annullamento del concerto e
che quindi erano autorizzati ad
uscire dal castello.
Mentre la
gente sfollava, Catricalà, notò
un gruppo di bambini seduti
sotto il palco che, ignorando
tutto quello che succedeva
intorno, giocavano serenamente.
Quando si avvicinò, per dir loro
che dovevano andar via, si
accorse che due di loro avevano
in mano delle chitarrine di
plastica, le stesse che
vendevano gli ambulanti proprio
subito fuori il castello. Solo
quando il bambino
più lontano
si spostò in
un
punto più illuminato,
Catricalà capì che non aveva in
mano un giocattolo ma il
“Guarneri del Gesu”.
Dall’emozione non
riusciva nemmeno a dire al
bambino di dargli lo strumento,
cercava di farsi capire a gesti.
Quando finalmente riuscì a
parlare, gli chiese dove e
perché l’avesse
preso, il bambino rispose che
non l’aveva preso lui ma
che
gliel’avevano prestato.
“Prestato?”
chiese Catricalà
“Si –
rispose il bambino – devo
restituirlo quando usciamo dal
castello”
Era chiaro
che il bambino era stato usato
da qualcuno.
“Sapresti
indicarmi chi te lo ha dato?”
“Certo, è
stato Nerone!”
rispose secco.
Nerone
era, come si suol dire, lo
“scemo del villaggio”.
Ormai
quarantenne, una caduta
da bambino ne aveva
irrimediabilmente compromesso
l’intelletto, e cosi nei vari
periodi della sua vita
nell'ordine
era stato: Peter Pan, Pio
IX, Garibaldi, Camillo Benso
Conte di Cavour, Mammolo,
Heidi,
Sbirulino
e, appunto,
Nerone.
Quando
Catricalà, insieme al
Maresciallo Rapisarda, gli
chiesero perché avesse tentato
di rubare il violino lui
rispose:
“Perchè
non sono stato
invitato in qualità di
autorità!”
disse orgogliosamente.
Il concerto
fu un gran successo e si
concluse con uno dei Capricci di
Niccolò Paganini.
“Dedicato
all’ausiliario del traffico Pepè
Catricalà!” così disse il
Maestro Uthi!
N.B.
La storia, i nomi e i personaggi
sono interamente INVENTATI!
*Anagramma
20 maggio
2008
mini; giallo; camilleri;
montalbano; maigret; simenon; un
mese con catricalà; libro;
inchiesta; indagine; agatha
christie; montalban; pepe
carvalho; ausiliario; traffico; |