Le
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Dirotta su Cuneo
Era parecchio che Catricalà non prendeva il
postale*.
Era dai tempi delle scuole superiori, purtroppo un
bel po’ di anni addietro. Mentre lo aspettava alla
fermata in via Oberdan davanti al panificio,
circondato da studenti, fu assalito dal magone. Si
rivedeva, lui giovane e spensierato, lì ad aspettare
il postale con due quaderni in mano, mai portato di
più. Ogni tanto, nell’attesa, sbucava un pallone e
cosi si riempiva quel momento d’attesa con il
passatempo più bello del mondo. Il viaggio durava
una mezzoretta, si scherzava con gli amici, si
parlava di calcio, di auto, di moto e
contemporaneamente si dava uno sguardo d’intesa alla
ragazza che ci piaceva, sperando di essere
ricambiati.
Fu in quel momento che il postale arrivò, Catricalà
si riprese dai pensieri in cui era sprofondato con
malinconia, aspettò il suo turno e salì in
“carrozza”. Cominciò ad osservare i passeggeri, per
la maggior parte studenti, proprio come ai sui
tempi, ma notò con disappunto che non parlavano e
scherzavano tra di loro, erano tutti in un silenzio
irreale, tutti con uno smartphone in mano,
probabilmente su un social network. In pratica
facevano su un telefonino quello che avrebbero
potuto fare benissimo anche sul postale, se soltanto
avessero alzato lo sguardo verso l’amico vicino. Non
che fosse contrario alla tecnologia, anzi, Catricalà
possedeva lo smartphone di ultimissima generazione,
anche lui usava molto i social network, ma sapeva
dosarli, sapeva quando era il momento di staccare.
Erano giunti a metà di via Lucio D’Orso, di fronte
alle scuole elementari “Maria Celi”, quando un
passeggero si alzò e si diresse verso l’autista,
subito dopo il postale si fermò di colpo, Catricalà
alzò gli occhi e vide un signore armato di pistola,
puntata verso l’autista, con il volto coperto.
“State calmi e non vi succederà niente!!!” disse
urlando l’uomo.
“Fate quello che vi diciamo e tornerete a casa sani
e salvi” disse un’altra voce proveniente dai posti
in fondo al postale.
Catricalà si girò e vide un altro uomo in piedi,
armato, anche lui col volto coperto.
“Il postale
è dirottato!!!” urlarono i due all’unisono.
Arrivati al bivio poco più avanti della scuola
l’uomo fece cenno all’autista di girare e imboccare
la salita che portava verso Petronà, il paese
vicino.
“Però io devo fare la corsa che va dalla parte
opposta.” disse l’autista.
Ma l’uomo, incurante dell’avvertimento, gli puntò la
pistola alla tempia e lo obbligò a proseguire.
Il postale cominciò a fare la salita, giunti in
località
gattareda** l’uomo fece cenno all’autista di
fermarsi. Chiamò il complice e, indicando una casa,
disse: “è quella, entra e portala giù, ma prima
incappucciala”.
L’altro uomo, senza dire una parola, pistola in
pugno scese ed entrò in casa. Trascorsero più o meno
15 minuti e l’uomo sbucò dalla porta con una donna
sulle spalle.
“Perché la porti in spalla?” chiese il complice
“Perché con la sedia a rotelle non potevo scendere
le scale.” Rispose.
“Sedia a rotelle? Ma chi hai preso?” chiese,
togliendo il cappuccio alla donna.
La donna che aveva preso era la sig.ra Concetta
Cuneo, novantenne che viveva su una sedia rotelle
oramai da dieci anni.
“Ma chi cazzo hai preso?” - urlò l’uomo – “devi
prendere la giovane non la vecchia, stupido!”
Il complice, senza dire una parola, stava rientrando
in casa quando un altro urlo lo fermò.
“Dove cazzo vai? Riporta su la vecchia!”
Tornò indietro la riprese in spalla e salì in casa.
La Cuneo, divertita dalla cosa, salutava i ragazzi
con il segno di vittoria, che la riprendevano con i
telefonini.
Inutile dire che ormai tutti i social network erano
stati inondati di post che raccontavano l’accaduto.
Senza che mai, i due malviventi, si fossero
preoccupati di questo.
“Ma non era morta?” Commentò a voce alta Catricalà,
subito dopo chiamò i carabinieri cercando di
spiegargli cosa stesse succedendo senza farsi
scoprire.
Nel frattempo, dopo alcuni minuti, l’uomo uscì
accompagnato da una donna incappucciata, la fece
salire sul postale le si sedette accanto tenendola
sotto tiro.
“Consegnateci i vostri cellulari e scendete tutti!”
- Ordinarono i due ai passeggeri.
Uno studente provò a rifiutarsi, allora uno degli
uomini, senza dire una parola, sparò un colpo di
pistola sul sedile a fianco del ragazzo, questi
spaventato consegnò il cellulare immediatamente e
senza fiatare, cosi fecero tutti gli altri. Una
volta scesi tutti i passeggeri, i due ordinarono
anche all’autista di scendere, uno di loro si mise
alla guida e avviò il postale verso il paese.
Catricalà non capiva la scelta dei rapitori di
ritornare verso il paese, erano cosi stupidi da non
capire che qualcuno sul postale aveva sicuramente
avvertito le forze dell’ordine? E poi perché
dirottare un postale? Perché questa scelta
scellerata? Se volevano farsi prendere questo era il
modo migliore.
Alcuni minuti dopo arrivò il defender dei
carabinieri a sirene spiegate.
“Dove sono?” chiese il maresciallo scendendo
dall’auto
“Sono scesi verso il paese, non vi sono incontrati?”
Rispose Catricalà
“No! Non ci è incontrato nessun postale”
“Come no? Da qui in paese sono due km, come hanno
fatto a sparire?
“Pepè, ti giuro che non abbiamo incontrato nessuno,
solo un’auto grigia”
“Quale auto grigia? Da qui non è passata nessuna
auto”
“Allora c’hanno fregati! Hanno lasciato il postale e
preso un’auto che evidentemente si erano preparata
prima.”
“E il postale che fine ha fatto?”
Salirono sul defender e tornarono verso il paese
percorrendo la strada lentamente per cercare di
capire dove avessero potuto nascondere il postale.
Nel tragitto c’era solo una stradina che consentiva
di lasciare la strada principale, giunti sul posto
la imboccarono e dopo qualche centinaio di metri
scorsero il mezzo, salirono a bordo ma naturalmente
era vuoto, sui sedili erano rimasti tutti i
cellulari dei passeggeri.
Tornarono in caserma, cercando di capire perché
avevano usato un postale e non direttamente l’auto
con cui erano scappati. Perché fare tutto quel
teatro?
La risposta Catricalà la ebbe non appena recuperò il
suo smartphone. Infatti, prima di lasciare il
cellulare sul postale, gli venne l’idea di azionare
il registratore suoni e riascoltando la
registrazione capì tutto.
“Venite con me!” - disse Catricalà - “So dove sono!”
aggiunse con un po’ di boria.
Grazie alla registrazione i carabinieri capirono che
i rapitori si trovavano in un casale fuori paese,
fecero irruzione e i malviventi, presi di sorpresa,
non fecero resistenza arrendendosi subito.
La sorpresa la ebbero anche i carabinieri quando
questi cominciarono a parlare facendo il nome di chi
aveva organizzato il tutto.
La mente di tutta l’operazione era la sig.ra
Concetta Cuneo, debilitata nel fisico ma non
nell’intelletto, anzi a novant’anni dimostrava una
lucidità e un’astuzia da fare invidia anche alle
menti più fini.
Non si era mai sposata e non aveva figli, ricca di
famiglia aveva un cospicuo patrimonio immobiliare
oltre a vari conti in banca. Gli unici eredi erano
dei nipoti di terzo grado che non aspettavano altro
che la zia passasse a miglior vita. Proprio per dare
loro una lezione, aveva organizzato tutto con
maniacale precisione. Qualche giorno prima disse
alla sua badante di spargere la voce in paese che
oramai era in fin di vita e che da li a poco sarebbe
avvenuto il trapasso. I nipoti provarono ad andarla
a trovare ma furono sempre respinti dalla badante
con la scusa che la zia era troppo debole e che il
medico le aveva assolutamente vietato di farla
stancare.
La mattina del dirottamento del Postale, fece
spargere la voce che era morta, chiamando anche il
parroco per far suonare la
spirata***.
Giorni prima aveva contattato i due malviventi per
organizzare il tutto. Sapeva dell’uso smodato dei
social da parte dei ragazzini, ma doveva essere
sicura del maggior numero delle condivisioni
possibili, per questo aveva pensato al postale pieno
di ragazzini a tal motivo gli smartphone furono
sequestrati solo alla fine, quando ormai avevano
raggiunto lo scopo e cioè quello di inondare i
social di foto e video della sig.ra Cuneo che,
sorridente, gesticolava con il segno di vittoria.
Per questo Catricalà rimase di stucco quando la vide
viva. Anche lui aveva sentito la notizia che era
deceduta.
Naturalmente anche i nipoti della sig.ra Cuneo, che
già assaporavano case e soldi della zia, la videro
sorridente e arzilla restando impietriti. Uno di
loro fu portato al pronto soccorso a seguito di un
coccolone.
La Sig.ra Cuneo aveva calcolato tutto ma non l’idea
di Catricalà che fece scoprire tutto ai carabinieri,
ma poco le importava, aveva raggiunto lo scopo di
far schiattare di rabbia i nipoti, anche perché a
novant’anni non sarebbe di certo andata in galera.
*Pullman
**Gattina
***Campane a morto
N.B.
La storia, i nomi e i personaggi
sono interamente INVENTATI!
7
aprile 2016
mini; giallo; camilleri;
montalbano; maigret; simenon; un
mese con catricalà; libro;
inchiesta; indagine; agatha
christie; montalban; pepe
carvalho; ausiliario; traffico; |