Le
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IL BERSAGLIERE
C’è
fermento in paese per i
preparativi della festa del
Santo Patrono. Le strade sono
agghindate per il grande evento,
ogni particolare è curato allo
sfinimento, tutto deve essere
perfetto perché la festa sia
sempre più bella degli anni
precedenti. Tutte le forze
dell’ordine sono impegnate, in
particolare i vigili devono far
sgomberare le macchine che si
trovano lungo il percorso
della processione di San Tommaso
d’Aquino che sarà preceduta dal
passaggio della Banda musicale.
Catricalà,
come sempre ligio al dovere, non
risparmia il blocchetto delle
multe e se è il caso non ci
pensa due volte a chiamare il
carro attrezzi. Tutto deve
essere libero da intralci, non
sia mai che la processione non
possa passare lungo il percorso
fatto da secoli.
La Banda
musicale, a memoria d’uomo, ha
sempre preceduto la processione
e, sempre a memoria d’uomo,
Luigi Peluso, per gli amici
Giggino il Bersagliere, ha
sempre preceduto la banda
musicale. Il suo è un ruolo
fondamentale, deve indicare il
percorso ai musicanti, che di
solito sono forestieri e non
conoscono le strade da seguire.
Una leggenda di paese dice che
Peluso non ha mai mancato una
festa di San Tommaso. Con la
febbre, con i dolori di pancia,
con una gamba ingessata, è
sempre stato davanti alla banda.
Anche adesso, che sta per
avvicinarsi ai 100 anni, per la
precisione 98, è pronto a
guidare la processione.
Ormai è
tardo pomeriggio e manca poco
all’uscita dalla chiesa del
Santo Filosofo. La folla si
accalca davanti al portone
principale, in attesa di
accodarsi alla statua. I devoti
sono pronti a prendere sulle
spalle ognuno dei quattro assi
che reggono il mezzobusto di San
Tommaso. C’è il Vescovo, il
Parroco, ci sono i Carabinieri e
i Vigili in alta uniforme, la
rappresentanza del comune e
naturalmente la Banda musicale
pronta a partire. Giggino Peluso
in prima fila è vestito a gran
festa, sul petto appuntate le
medaglie avute durante la
seconda guerra mondiale, in
Africa settentrionale, dove
prese parte alla battaglia di El
Alamein nell’8° reggimento
Bersaglieri, ed in testa non
poteva mancare il cappello dei
Bersaglieri. Qualcuno, in
passato, ha provato a fargli
notare che questa è una funzione
religiosa e che le decorazioni
militari centrano ben poco, ma
la sua risposta è stata: “le ho
meritate e le indosso!”
Subito
dietro la statua ci sono le
donne scalze che, per grazia
ricevuta, compiono il percorso
senza scarpe.
San Tommaso
è appena uscito e tutto procede
come previsto. Lungo il
percorso, dai balconi, sono
stese le coperte più belle per
rendergli omaggio. Chi non può
seguire la processione saluta il
passaggio del Santo dalle
proprie case.
Siamo ormai
a metà strada, giunti nella
parte più antica del paese, dove
le strade si riducono a stretti
vicoli, Giggino Peluso è sempre
davanti, e la banda è costretta
a restringersi, come anche il
resto della processione che
diventa lunghissima. In via
Tommaso Campanella il vicolo
compie una curva di 90 gradi e
Peluso ha qualche metro di
vantaggio sulla banda, che
percorre lo stesso punto dopo
qualche secondo. Oltrepassata la
curva la banda non ha più
davanti Giggino, eppure ci sono
diversi metri di rettilineo e
quindi dovrebbe essere visibile,
ma niente. E’ in un punto dove
non ci sono finestre, e la
strada è talmente stretta da non
permettere ad alcuno di stare
lungo quel tratto. La banda non
ha più guida ed arrivata ad un
bivio, non sapendo quale strada
prendere, è obbligata a
fermarsi. Dopo un attimo di
confusione Don Andrea è
informato dell’accaduto da un
chierichetto mandato in
“avanscoperta”. Non c’è tempo da
perdere, Peluso viene sostituito
e la processione prosegue
normalmente. Ma ormai lungo
tutta la cerimonia non si parla
d’altro, la scomparsa di Giggino
è un fatto inspiegabile per
tutti e le supposizioni
fioccano.
Finita la
processione, il passa parola ha
ormai raggiunto tutte le case
del paese. Come in un
libro
giallo ognuno da la propria
versione sull’accaduto, eccone
alcune a dir poco eccentriche:
-
San
Tommaso ha voluto
ringraziarlo per la
devozione chiamandolo in
cielo il giorno della sua
festa, corpo compreso.
-
E’
stato prelevato dagli alieni
per studi sulla longevità.
-
Un
fulmine lo ha disintegrato.
-
Esperimenti americani sul
teletrasporto.
Purtroppo
il giorno dopo l’ironia ha
lasciato il posto alla
preoccupazione,
visto che di Peluso non v’è
traccia. I figli, dopo averlo
cercato tutta la notte, hanno
sporto denuncia di scomparsa ai
Carabinieri.
Il
Maresciallo Rapisarda, parlando
al Bar con Catricalà, non
nasconde il fatto che “La
Benemerita”, come si suol dire,
brancola nel buio. Non c’è
nessuna spiegazione logica a
questa scomparsa, sia per i
tempi che per i modi. Una
persona ultra novantenne,
incensurato, con un passato da
eroe di guerra, mai un screzio
con nessuno, lucido, in forma e
stimato da tutti, scompare
durante una funzione religiosa
popolarissima.
“Pepè! In
30 anni di carriera non mi è mai
capitato un caso cosi.” Esclamò
il Maresciallo.
“Effettivamente
- rispose Catricalà
- l’unica
cosa più strana sarebbe stata la
scomparsa della statua di San
Tommaso, e durante la
processione.”
Dopo aver
insistito parecchio e ricordato
che gli doveva un favore per il
caso “Gaspare”, Catricalà
ottenne dal Maresciallo il
permesso di
collaborare alle indagini.
La prima
cosa che fece Catricalà fu
quella di perlustrare,
centimetro per centimetro, la
“scena del crimine”. Non poteva
fare altro visto che le sue
azioni nelle indagini erano
limitate. Fece il vicolo avanti
e indietro diverse volte,
controllò tutti i vicoli
adiacenti in cerca di qualcosa
che potesse dare una minima
traccia a questo caso.
Finalmente, non lontano, vicino
ad una porta, trovò una piuma di
gallo Cedrone, quelle utilizzate
per abbellire i cappelli dei
Bersaglieri. “Bene – pensò
Catricalà – per lo meno non sono
stati gli alieni.”
Controllò tutte le porte vicino
alla piuma, le case in quella
zona sono per lo più disabitate,
dalla polvere tutte sembrano non
aperte da tempo tranne una che
mostrava i segni di una mano
poggiata sulla maniglia. Provò a
bussare ma non aprì nessuno.
Tornato
alla centrale controllò
a chi appartenesse
quell’appartamento. Il risultato
fu interessante, il proprietario
era Antonio Peluso, fratello
minore di Giggino, trasferitosi
al Nord Italia nel dopoguerra.
Quindi le impronte sulla
maniglia era strane visto che
Antonio Peluso scende in paese
solo d’estate, era chiaro che
qualcuno fosse entrato in casa
da poco.
Catricalà
telefonò ad Antonio Peluso ed
ebbe conferma di quello che
sospettava, e cioè che il
fratello Giggino aveva una copia
delle chiavi. A questo punto era
certo che Peluso si nascondeva
in casa del fratello, ma perché?
Non restava
che chiederglielo.
Ci mise un
bel po’ a convincerlo a farsi
aprire la porta,
dopo vari tentativi le
parole magiche furono: “chiamo i
tuoi figli”. Quando entrò,
Catricalà fu sorpreso perche
Giggino non era solo ma in
compagnia di una donna sulla
quarantina e di bell’aspetto.
Quando Peluso raccontò il perché
di tutta questa messa in scena,
Catricalà non riusciva a credere
alle sue orecchie.
Per 2 anni
la donna era stata la sua
badante. Come spesso capita, la
badante e il “badato”
s’innamorano, poco importa se
lui è di una sessantina d’anni
più grande, e quando Peluso
comunica ai figli che vuole
sposare la donna, succede il
finimondo. La donna viene subito
licenziata e costretta ad
allontanarsi dal paese. Giggino
tenta di rassegnarsi
all'idea di non
rivedere più la sua amata,
ma non sa che un mese
prima del licenziamento della
donna, il suo fisico,
invecchiato ma non debilitato,
aveva messo a segno il colpo
perfetto: notte d’amore e frutto
della passione!!!
La donna 10
giorni fa, incinta di 3 mesi ha
comunicato a Peluso che sarebbe
ridiventato padre. E Giggino,
che è uomo d’onore e galantuomo,
ha pensato all’unica soluzione
possibile: la Fujtina!!!
“Ma perché
scomparire durante la festa di
San Tommaso.” Chiese Catricalà
“Perché per
costringere i miei figli a
lasciarmi fare quello che
voglio, dovevo dare il maggior
risalto possibile a questa
storia.” Rispose Peluso
Il
Bersagliere aveva dimostrato
che, oltre ad essere sano nel
fisico (su questo non ci sono
dubbi…mi pare), era anche sano
di mente. Pensò Catricalà
Quando
tutti e tre si presentarono ai
Carabinieri, con dietro la
processione dei curiosi, il
Maresciallo Rapisarda esclamò:
“prima la Signorina Matilde con
i video poker, ora Peluso con la
fujtina, ma che fa questo paese
agli anziani?”
“Allunga la
vita!” Rispose Catricalà
N.B.
La storia, i nomi e i personaggi
sono interamente INVENTATI!
28 febbraio
2008
mini; giallo; camilleri;
montalbano; maigret; simenon; un
mese con catricalà; libro;
inchiesta; indagine; agatha
christie; montalban; pepe
carvalho; ausiliario; traffico; |