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Le inchieste di Pepè Catricalà

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IL RAPIMENTO DI GASPARE

 

Si dice che nel periodo di Natale siamo tutti più buoni, è l’ipocrisia del genere umano, dare un’offerta al mendicante davanti la Chiesa, prima di Natale, e volerlo bastonare dopo la Befana.

Per Pepè Catricalà c’è sempre il dovere prima di tutto, e se c’e da fare qualche multa non si tira certo indietro, anche sotto Natale. Del resto con la mania dei regali, la gente continua a lasciare le auto in divieto di sosta, visto che trovare parcheggio in questi giorni è come vincere al Lotto.

 

Stava compilando una multa ad un’auto parcheggiata in terza fila, incurante delle proteste della proprietaria, quando all’improvviso si udirono le urla della Signorina Matilde, che uscendo dalla Chiesa della Pietà con le mani nei capelli gridava: “E’ scomparso Gaspare!!! E’ scomparso Gaspare!!!”.

Catricalà si precipitò verso la Signorina, non prima di aver consegnato la multa, cercò di calmarla e dopo qualche minuto chiese chi fosse Gaspare. La Signorina Matilde De Filippis è una splendida novantenne, “single”, donna pia e devota che si prende cura della Chiesa della Pietà; si occupa di tutto, dalla pulizia del pavimento alle candele. Nonostante l’età avanzata è ancora in ottima forma e riesce a svolgere tutte le mansioni brillantemente.

“Stavo pulendo il pavimento vicino al Presepe quando mi sono accorta che manca Gaspare, uno dei Re Magi!” disse al quanto agitata.

Catricalà non sapeva se ridere o arrabbiarsi.

“Ma Signorina Matilde, c’ha fatto prendere un colpo con le sue urla.” rispose Catricalà gentilmente, non voleva agitarla ulteriormente.

“Ma è un fatto gravissimo, non era mai successo che avessimo un furto nella nostra Chiesa!”

“Ha guardato bene tra le statuette, magari è stato solo spostato.” disse Catricalà.

“Ho guardato le statuette una ad una ma di Gaspare nemmeno l’ombra.”

“Ha chiesto a Zuzzurro.” Pensò Catricalà, ma si guardò bene dal dirlo.

Disse, invece, di entrare in Chiesa e controllare insieme.

Guardarono attentamente, ma effettivamente Gaspare era scomparso.

Catricalà pensò che non era il caso di continuare la discussione in quel momento, la tranquillizzò dicendole che si sarebbe occupato del ritrovamento del Re Magio e l’accompagnò a casa.

 

Il giorno dopo Catricalà stava gustandosi un caffè corretto anice al Bar Atterritano, ripensando alla sera prima. Faceva affidamento sull’età della Signorina Matilde, novant’anni sono tanti e forse si sarebbe dimenticata della scomparsa del Re Magio, o per lo meno si sarebbe convinta a comprarne uno nuovo.

In quel preciso istante senti battere sulla spalla, era il Maresciallo Egidio Rapisarda con un sorriso stampato in faccia.

“Ciao Egidio, come va?” disse Catricalà.

Il Maresciallo sorvolo sulla domanda e disse: “stamattina è venuta in caserma la Signorina De Filippis”.

Ecco il motivo del sorriso a 300 denti del Maresciallo. Sapeva tanto di fregatura, che non tardò ad arrivare.

“Mi ha raccontato di ieri sera, voleva sporgere denuncia di rapimento! Hai capito bene, non furto ma rapimento. Per lei Gaspare il Re Magio è come una persona.”

“Cosa hai intenzione di fare?” domandò Catricalà

“Tu eri sul luogo del «delitto», hai il quadro della situazione perciò ti affido l’indagine” rispose sempre sorridendo il Maresciallo.

“Hai finito di ridere? L’ho capito da quando hai fatto il nome della Signorina che volevi fregarmi”.

“Dai Pepè – disse il Maresciallo – non posso mica impegnare un carabiniere per questa sciocchezza, te lo chiedo come un favore personale. Sai che se non l’accontentiamo avremo la Signorina Matilde tutti i giorni in caserma”.

“Va bene, Egidio, cercherò di accontentare la signorina ma il favore che mi devi è grosso come una casa, ricorda!” concluse avvilito Catricalà.

“Brutta grana, perché sarà impossibile trovare il colpevole e la signorina mi odierà per il resto della sua vita. Anche se non per molto.” pensò malignamente Catricalà.

 

La prima idea di Catricalà fu quella di andare a comprare un altro Re Magio uguale a quello rubato. Cosi fece il giro dei negozi ma non trovò nessuna statuetta nemmeno lontanamente somigliante a quella rubata. Forse era stato comprato fuori paese, cosi decise di andare a parlare con Don Andrea, il Parroco.

 

“Hanno rubato Gaspare???” esclamò il Parroco.

“Si ieri, pensavo lo sapesse – rispose Catricalà – la signorina Matilde ha fatto il finimondo.”

“No, non mi ha detto niente. Bisogna avvisare subito i Carabinieri” urlò il Parroco.

Catricalà rimase allibito, anche il Parroco voleva rivolgersi ai Carabinieri per una statuetta del presepe, da non credere.

“Ma Don Andrea, non le sembra un pò esagerato chiamare i Carabinieri per una statuina da due soldi?”

“Due soldi un c..piffero!!! – urlò il Parroco trattenendosi dal dire altro – i Re Magi sono statuette del XV secolo dei Fratelli Alemanno, valgono una fortuna”

Catricalà questa volta non solo rimase allibito ma cercò qualcosa su cui sedersi, per fortuna erano in chiesa e le sedie abbondavano.

“Ma allora perche le ha usate per il presepe, senza nessuna precauzione, se valevano cosi tanto?”

“Perché sono usate da sempre e nessuno conosceva il vero valore delle statuine, tranne io e i parroci che mi hanno preceduto. Una volta avevo provato ad usare delle normali statuine ma i parrocchiani hanno protestato.”

Evidentemente qualcun altro ne conosceva il reale valore. Ma arrivati a questo punto il vero quesito senza risposta era: perché rubare solo una e non tutte e tre le statuine? Tutto questo non ha senso.

 

Catricalà continuava a pensare a questa storia non riuscendo a darsi una spiegazione, in più avrebbe dovuto avvisare il Maresciallo Rapisarda, visto che non si trattava più di un ladro di polli. Decise di darsi tre giorni di tempo e poi avvisare i Carabinieri. Il Maresciallo aveva fatto il furbo volendogli affibbiare una grana, e questa era la sua piccola vendetta.

“Tre giorni – si disse – e se non scopro niente avviso Egidio.”

 

La prima cosa da fare era controllare gli antiquari della zona, una statuina del genere non si rubava per tenerla in casa. Cominciò con quelli del paese, per fortuna esisteva una fotografia del presepe dove “Gaspare”  si vedeva bene e con quella incominciò a chiedere.

 

Il primo giorno se ne andò senza concludere niente, nessuno degli antiquari paesani aveva la statuina, e nessuno di loro ne conosceva il reale valore.

 

Il secondo giorno fece il giro di tutti gli antiquari dei paesi vicini ma del Re Magio nemmeno l’ombra. Ormai disperava di trovarlo.

 

Il terzo giorno, appena in servizio, Catricalà si mise ad un PC del comando dei vigili per sapere qualcosa di più su queste statuine e sui Fratelli Alemanno. Bastò scrivere «Presepe Fratelli Alemanno» sulla barra di google del sito belcastroweb.com per trovare, tra gli altri, questo link: “vendesi statuetta lignea antica del Re Magio Gaspare” su eBay con tanto di fotografia. C’era anche l’indirizzo dove andare a ritirarla nel caso non si voleva farsela spedire. Catricalà non credeva a quello che leggeva, era bastato usare internet per trovare Gaspare, e pensare che s’era fatto il giro della provincia.

 

Il signore in possesso della statuina non era un antiquario, ma un rigattiere che una volta alla settimana esponeva la sua merce nel mercato del paese, non sapeva che la statuetta fosse rubata e soprattutto non ne conosceva il reale valore. Disse che gliela avevano venduta un giorno di mercato, la persona che gliela diede gli disse che era antica e che la vendeva perché aveva bisogno di soldi, ma la vera sorpresa, per Catricalà, fu quando la descrisse.

 (Primo finale)

Con Gaspare ben fasciato, Catricalà, tornò in paese recandosi direttamente in chiesa, cercò Don Andrea gli consegnò la statuina e raccontò l’accaduto. Il Parroco non sembrò molto sorpreso nel sapere il nome del colpevole ma molto dispiaciuto.

“La signorina Matilde ha un grave problema: il vizio dei videopoker. Ma non immaginavo che sarebbe arrivata a tanto, rubare in Chiesa, una donna cosi religiosa e buona come lei. Deve aver perso molto.” disse Don Andrea

“Vuole sporgere denuncia?” chiese Catricalà.

“No!” Rispose.

In quel preciso istante entrò in chiesa la signorina Matilde e quando vide il parroco con la statuetta in mano capì di essere stata scoperta, in lacrime si avvicinò ai due e indicando la statuetta di Baldassarre disse: “sono sicura che posso rifarmi!!!”.

 

Vuoi cambiare il finale? Clicca qui

 

N.B. La storia, i nomi e i personaggi sono interamente INVENTATI!

 

16 gennaio 2008

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