Le
inchieste di Pepè Catricalà
Ausiliario del
traffico
Tutte le inchieste:
La targa
- Rose
Rosse -
Il
rapimento di Gaspare -
Il
Bersagliere -
Ultimo Atto -
Il
Concerto -
La
strada sbagliata -
I
soliti sospetti -
Una settimana con Catricalà
- Il
Collezionista -
Acqua
in bocca -
Il
concorso -
Adoraste es sommo -
Vintage -
Il
Segreto -
Il
ladro di figurine -
Dirotta su Cuneo -
Fuga
di quasi mezzanotte -
Il
libro rosso -
La soppressata maledetta
La soppressata maledetta
Le urla rimbombavano per tutta la ruga¹, tanto che
tutti si affacciarono dalle finestre o scesero in
strada per capire cosa fosse successo. Za Rusara² si
disperava mazziandosi³. Inutili i tentativi dei
vicini di farla calmare e cercare di capire, continuava ad urlare senza dare
motivazioni. Solo dopo parecchi minuti e tentativi
di calmarla si decise a parlare rivelando il motivo
di cotanta disperazione: “mi hanno rubato una
soppressata!”. Esclamò!!!
Za Rusara era una donna anziana, parecchio anziana,
nessuno era a conoscenza della sua vera età. Tutti
se la ricordavano cosi, da sempre. In pratica
nessuno l’aveva mai vista giovane, neanche i vecchi
del paese. Qualche maligno la chiamava 'a Magàra⁴,
un po’ per il suo aspetto trasandato e, soprattutto,
per la sua abitudine a inviare frequenti anatemi
contro chiunque la importunasse.
Fu cosi che cominciò a lanciare, con fervida
fantasia, i suoi anatemi, maledizioni, malauguri,
dannazioni, e chi più ne ha più ne metta, contro gli
autori del furto dell’amata soppressata.
Finito il rito della magarìa⁵ decise di andare a
sporgere denuncia dai carabinieri.
Quando l’Appuntato di piantone la vide al
videocitofono capì che non sarebbe stato un buon
inizio di giornata. Prima di aprire fece un gesto
scaramantico⁶ e poi andò ad avvisare il maresciallo
Rapisarda, per chiedere lumi sul da farsi.
“E mo che vuole la Magàra?!” Esclamò il Maresciallo
Quando Za Rusara spiegò il motivo per cui si era
presentata da loro, Rapisarda ebbe la brillante idea
di consigliarle di rivolgersi all’ausiliario del
traffico Pepè Catricalà, un mago in questi casi! Usò
proprio questa frase, la carogna. Cosi, disse
all’appuntato di avvisare Catricalà che Za Rusara si
sarebbe rivolto a lui perché consigliata dall’Arma.
Se la rideva alla grande Rapisarda, mentre lo
diceva.
Catricalà, riattaccato il telefono, cominciò a
bestemmiare imprecando contro il Maresciallo.
Una volta ricevuta la visita di Za Rusara, si recò
sul luogo del furto per studiare il caso.
All’interno della cantina c’erano appese a
stagionare, su una canna di bambù, molte salsicce e
soppressate. Erano talmente tante che la prima cosa
che venne in mente a Catricalà fu di chiedere: “ma
sei sicura che manca una soppressata?”
“Sicurissima sono”, rispose arrabbiata ed aggiunse:
“manca la numero 17!”
“Minchia, addirittura le numera!!!” pensò Catricalà.
“E sbrigati a ritrovarla perché altrimenti venerdì
la maledico e una sciagura si abbatterà su chi ne è
in possesso!!!” disse Za Rusara.
“Perchè venerdì?”
“Perché le maledizioni si fanno di venerdì! Non sai
proprio niente!” disse abbastanza irritata.
“Io invece maledirei Rapisarda per questa enorme
rottura della minchia che mi ha appioppato.” Pensò
Catricalà.
Decise che era il momento di ritornare in ufficio.
Ma prima fece un salto al bar dell’amico Raffaele
Atteritano, ci voleva un caffè per mitigare
lo sconforto.
“Ti vedo giù Pepè, che succede?” Chiese Atteritano
Catricalà gli raccontò tutto e Atteritano sbiancò.
“Minchia, ha detto che la maledice?” chiese.
“Si, le solite stupidaggini per spaventare i
creduloni…”
“Creduloni un cazzo!” lo interruppe Atteritano,
aggiungendo “se la maledice bisogna assolutamente
avvisare chi ce l’ha perché rischia grosso”.
Catricalà lo guardò sbalordito: “ma veramente credi
a queste stupidaggini?”
“Non sono stupidaggini Pepè, Za Rusara è una potenza
sotto questo aspetto. Io non la sfiderei”
Catricalà si avviò verso l’ufficio ridendo della
paura di Atteritano. Non lo faceva cosi
scaramantico.
Durante il percorso più di una persona gli chiese se
era vero che la Magàra avrebbe maledetto la
soppressata. In pratica erano bastati pochi minuti e
già tutto il paese lo sapeva. A questo punto lo
saprà anche chi l’ha rubata, pensò Catricalà.
Il giorno seguente Catricalà brancolava nel buio.
Come faceva a trovare il colpevole senza uno
straccio di indizio. Poteva essere stato chiunque,
visto che le soppressate piacciono a tutti. Una cosa
però non gli era chiara: perche rubarne solo una? A
quel punto potevano prenderne tante e invece si sono
fermati a una.
Mancava un giorno a venerdì, al rito della
maledizione. Catricalà sorrideva quando ci pensava.
E proprio mentre sorrideva senti bussare fortissimo
alla porta, quasi a buttarla giù.
“L’hanno ritrovata Pepè! L’hanno ritrovata!” urlò
Atterritano.
“Cosa?” rispose Catricalà,
“La soppressata!” rispose Atteritano con il tono di
chi vuol dire: ma dove vivi?
L’aveva ritrovata un signore dentro la sua cassetta
della posta in via Lucio d’Orso, non avendo idea di
l’avesse messa la.
Subito aveva dato l’allarme in tutto il paese, ci
teneva a far sapere, indirettamente, a Za Rusara che
non era stato lui a prenderla. Non sia mai la
maledizione colpisse proprio lui che era innocente.
Catricalà andò subito a casa dell’interessato.
Davanti al portone si guardo intorno e vide quello
che sperava di trovare, una telecamera di sicurezza
di un negozio li vicino. Entrò e chiese il permesso
di visionare i filmati. Una volta fatto, si fece
dare una copia e si recò subito dai carabinieri.
Ci volle un po’ per convincere il maresciallo
Rapisarda a fare quello che gli chiedeva, ma in fin
dei conti era stato lui ad appioppargli questa grana
quindi doveva stare al gioco.
Il maresciallo fece rimettere a posto la
soppressata, senza avvisare Za Rusara, ed
aspettarono fino a sabato.
Sabato mattina Catricalà, il Maresciallo Rapisarda e
due carabinieri si presentarono a casa di Za Rusara.
Appena aprì la porta cominciò a urlare che la
maledizione era ormai partita - manco fosse una
raccomandata - e sarebbero stati guai per chi la
possedeva. A quel punto Catricalà tiro fuori il
cellulare e le fece vedere il video della telecamera
del negozio, in cui si vedeva proprio lei che
metteva la soppressata nella cassetta della posta.
Non fece una piega.
“Perché l’hai fatto?” chiese Catricalà
“Perché per togliere la maledizione quel fesso me ne
darà altre 10 di soppressate.” Rispose candidamente
la Magàra.
“Solo che la soppressata non ce l’ha quel “fesso” ma
tu. E cosi ti sei maledetta da sola.” Rispose
Catricalà indicando la soppressata appesa.
La Magàra si fece una risata e rispose: “perché pure
tu credi a questa cazzata della maledizione? La
gente è stupida, crede a queste fesserie e io ne
approfitto. Parliamoci chiaro, chi crede a queste
fesserie merita di essere fregata. E’ quasi un
dovere fregarla.” In un certo senso aveva ragione.
“E’ vero sono delle cazzate, ma questo è l’unico
caso in cui la maledizione si è avverata. Potrai
vantarti che una tua maledizione ha colto nel segno,
infatti per chi possiede la soppressata ora sono
cazzi!” disse Catricalà sorridendo, facendo segno ai
due carabinieri di ammanettarla.
1 Quartiere
2 Zia Rosaria
3 Prendendosi a schiaffi
4 La Strega
5 Magia nera
6 Si toccò i testicoli
N.B.
La storia, i nomi e i personaggi
sono interamente INVENTATI!
26
gennaio 2022
|