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di Raffaele Piccolo

Le antiche Famiglie gentilizie di Belcastro.

 

Il feudo di Belcastro, oltre ad aver rivestito una certa importanza dal punto di vista strategico-militare  - trovandosi nel mezzo fra la contea di Catanzaro e il marchesato di Crotone -, ha avuto anche una certa rilevanza dal punto di vista sociale e, quindi, gentilizio.

Fino a quasi tutto il 1500 Belcastro fu un centro di vita che oggi definiremmo “autosufficiente”, cosa che non furono altri paesi, come Sellia, Cropani, Mesoraca, Petilia Policastro, Cutro e così via.

Autosufficiente perché vi esistevano tutte le istituzioni civili, militari e religiose, delle quali gli altri paesi del circondario difettavano.

Infatti, vi era un ceto sociale costituito da famiglie nobili o benestanti, militarmente era governato dal feudatario e religiosamente era anche vescovado. Esistevano anche due studi notarili, uno civile e l’altro religioso, vi erano tre conventi e diverse chiese, e poi dottori, uomini di legge, e via dicendo.

Alla foce del fiume Crocchio esisteva anche una specie di invasatura che serviva come posto di carico per le derrate agricole (per lo più, olio e cereali) che venivano trasportate con piccole imbarcazioni al porto di Crotone.

Negli altri paesi, invece, mancava almeno una di queste peculiarità.

Per quanto riguarda il ceto nobiliare, una tradizione locale tramanda che la vecchia nobiltà del paese abbia assunto la denominazione dei finimenti del cavallo e cioè: Staffa, Sperone, Sella, Cavallo, Fantino.

Di questi antichissimi cognomi ci sono giunti quello di Sofia Staffa che, sempre secondo la tradizione, tenne a battesimo s. Tommaso; del cognome Cavallo ci è giunto un atto del notaio Geronimo, vissuto nella prima metà del secolo XIV; di Sperone esiste tuttora il nome di una località e una Julia Fantino è riportata nel Libro dei battezzati del mese di giugno 1226. Non si è riscontrato, invece, alcun cognome Sella, anche se la tradizione lo menziona.

Ma sulle vicende delle famiglie gentilizie di Belcastro, purtroppo, vi sono pochi riferimenti storici, anche se sono sufficienti a tracciare, seppure brevemente, la loro storia.

Bisogna pure precisare che con la venuta degli angioni nel Regno di Napoli (1267), la nobiltà locale  - come in tutto il Regno -  subì un rivolgimento sociale, per cui molte famiglie furono sostituite da altre forestiere. Per Belcastro, invece, questo mutamento sociale si manifestò ancora di più con la venuta degli aragonesi (1442) e, quindi, molte famiglie gentilizie del luogo furono rimpiazzate da altre, provenienti per lo più da Taverna ed in minima parte da Catanzaro.

Pertanto, l’evolversi della classe agiata belcastrese, lungo il corso dei secoli, potremmo dividerla in due netti periodi dei quali, il primo si costituì intorno al secolo XII e fu prettamente indigeno; il secondo, impiantatosi con l’avvento aragonese, sostituì quello locale e si protrasse fino al secolo XIX.

Comunque, tralasciando le famiglie sopra menzionate delle quali, ripetiamo, non abbiamo riferimenti certi, dal nostro studio risulta che la famiglia belcastrese più antica fu quella dei Gazarano, dalla quale molto probabilmente prese il nome l’attuale località (Gazarani), alle spalle dell’abitato di Botricello.

Il primo documento che parla di questa famiglia è pubblicato dallo storico Gustavo Valente dove si parla dell’acquisto, nel 1220, del feudo rustico di Botro da parte di Landolfo d'Aquino, padre di s. Tommaso; in esso si legge che il d’Aquino, tramite sua moglie Teodora e suo cognato Fabio Caracciolo in qualità di procuratori, acquistò il suddetto feudo dal nobile Aldenfonso Gazarano. Questa famiglia, quindi, risulta presente nel territorio belcastrese almeno da quella data, tant’è che due provisiones  (provvigioni) del 1267 della corte angioina sono indirizzate a un  Ferri de Gazaran; la famiglia è ancora citata nei Registri angioini del 4 febbraio 1280, anno in cui Ferreiro de Gazarano subentrò nella carica di giustiziere[1] di Val di Crati e Terra Giordana[2] a Goffredo di Sommesot. Ancora Gustavo Valente,  nel suo Dizionario dei luoghi della Calabria, cita un Giuseppe Calzerani, letterato, e rappresenta questa famiglia come una delle più antiche della città di Catanzaro vissuta fino al secolo XVIII.

Da questo periodo in poi, salvo i nomi e le vicende dei feudatari, non abbiamo altri riferimenti di famiglie belcastresi e, quindi, bisogna giungere al secolo XVI dove troviamo, per la prima volta, la venuta dei Poerio di Taverna. Ma di questa famiglia ne parleremo ampiamente in altro momento.

Un’altra famiglia che segnò in un certo senso la vita belcastrese fu quella degli Anania.

______________________

[1] Il giustiziere sovrintendeva alle cause penali e civili di tutto il giustizierato o distretto.

[2] Il territorio della Terra Giordana comprendeva il marchesato di Crotone e l’area catanzarese fino al fiume Fiumarella.

 

25 giugno 2003

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