Le antiche Famiglie gentilizie di Belcastro.
Il feudo di Belcastro, oltre ad aver rivestito una certa importanza dal punto di
vista strategico-militare -
trovandosi
nel mezzo fra la contea di Catanzaro e il marchesato di Crotone -, ha avuto
anche una certa rilevanza dal punto di vista sociale e, quindi, gentilizio.
Fino a quasi tutto il 1500 Belcastro fu un centro di vita che oggi definiremmo
“autosufficiente”, cosa che non furono altri paesi, come Sellia, Cropani,
Mesoraca, Petilia Policastro, Cutro e così via.
Autosufficiente perché vi esistevano tutte le istituzioni civili, militari e
religiose, delle quali gli altri paesi del circondario difettavano.
Infatti, vi era un ceto sociale costituito da famiglie nobili o benestanti,
militarmente era governato dal feudatario e religiosamente era anche vescovado.
Esistevano anche due studi notarili, uno civile e l’altro religioso, vi erano
tre conventi e diverse chiese, e poi dottori, uomini di legge, e via dicendo.
Alla foce del fiume Crocchio esisteva anche una specie di invasatura che serviva
come posto di carico per le derrate agricole (per lo più, olio e cereali) che
venivano trasportate con piccole imbarcazioni al porto di Crotone.
Negli altri paesi, invece, mancava almeno una di queste peculiarità.
Per quanto riguarda il ceto nobiliare, una tradizione locale tramanda che la
vecchia nobiltà del paese abbia assunto la denominazione
dei finimenti del cavallo e cioè: Staffa, Sperone, Sella, Cavallo, Fantino.
Di questi antichissimi cognomi ci sono giunti quello di Sofia Staffa che, sempre
secondo la tradizione, tenne a battesimo s. Tommaso; del cognome Cavallo ci è
giunto un atto del notaio Geronimo, vissuto nella prima metà del secolo XIV; di
Sperone esiste tuttora il nome di una località e una
Julia Fantino
è riportata nel Libro dei battezzati del mese di giugno 1226.
Non si è riscontrato, invece, alcun cognome Sella, anche se la tradizione lo
menziona.
Ma sulle vicende delle famiglie gentilizie di Belcastro, purtroppo, vi sono
pochi riferimenti storici, anche se sono sufficienti a tracciare, seppure
brevemente, la loro storia.
Bisogna pure precisare che con la venuta degli angioni nel Regno di Napoli
(1267), la nobiltà locale - come in
tutto il Regno - subì un
rivolgimento sociale, per cui molte famiglie furono sostituite da altre
forestiere. Per Belcastro, invece, questo mutamento sociale si manifestò ancora
di più con la venuta degli aragonesi (1442) e, quindi, molte famiglie gentilizie
del luogo furono rimpiazzate da altre, provenienti per lo più da Taverna ed in
minima parte da Catanzaro.
Pertanto, l’evolversi della classe agiata belcastrese, lungo il corso dei
secoli, potremmo dividerla in due netti periodi dei quali, il primo si costituì
intorno al secolo XII e fu prettamente indigeno; il secondo, impiantatosi con
l’avvento aragonese, sostituì quello locale e si protrasse fino al secolo XIX.
Comunque, tralasciando le famiglie sopra menzionate delle quali, ripetiamo, non
abbiamo riferimenti certi, dal nostro studio risulta che la famiglia belcastrese
più antica fu quella dei Gazarano, dalla quale molto probabilmente prese il nome
l’attuale località (Gazarani), alle spalle dell’abitato di Botricello.
Il primo documento che parla di questa famiglia è pubblicato dallo storico
Gustavo Valente dove si parla dell’acquisto, nel 1220, del feudo rustico di
Botro da parte di Landolfo d'Aquino, padre di s. Tommaso; in esso si legge che
il d’Aquino, tramite sua moglie Teodora e suo cognato Fabio Caracciolo in
qualità di procuratori, acquistò il suddetto feudo dal nobile Aldenfonso
Gazarano. Questa famiglia, quindi, risulta presente nel territorio belcastrese
almeno da quella data, tant’è che due provisiones
(provvigioni) del 1267 della corte angioina sono indirizzate a un
Ferri de Gazaran; la famiglia è ancora citata nei
Registri
angioini del 4 febbraio 1280, anno in cui Ferreiro de Gazarano subentrò
nella carica di giustiziere
di Val di Crati e Terra Giordana
a Goffredo di Sommesot. Ancora Gustavo
Valente,
nel suo
Dizionario dei luoghi della Calabria, cita un Giuseppe Calzerani,
letterato, e rappresenta questa famiglia come una delle più antiche della città
di Catanzaro vissuta fino al secolo XVIII.
Da questo periodo in poi, salvo i nomi e le vicende dei feudatari, non abbiamo
altri riferimenti di famiglie belcastresi e, quindi,
bisogna giungere al secolo XVI dove troviamo, per la prima volta, la venuta dei
Poerio di Taverna. Ma di questa famiglia ne parleremo ampiamente in altro
momento.
Un’altra famiglia che segnò in un certo senso la vita belcastrese fu quella
degli Anania.
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Il giustiziere sovrintendeva alle cause penali e civili di tutto il
giustizierato o distretto.
Il territorio della Terra Giordana comprendeva il marchesato di Crotone e l’area
catanzarese fino al fiume Fiumarella.
25 giugno 2003
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