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di Raffaele Piccolo

FAMIGLIA GALATI

 

Questa famiglia fu presente a Belcastro da tempo antico.

Il magnifico Giulio Galatio compare come teste in una attestazione del “doctor phisico” Rotilio Sammarco, allegata alla prima relazione ad limina di Belcastro -datata 4 maggio 1592, e compilata dal vescovo Orazio Schipani- nella quale è scritto che il presule era impedito di recarsi a Roma a causa di una lunga malattia di “doglia di stomaco” e quindi gli vietava di “cavalcar per lungo camino”

Un atto analogo a quello su citato, stilato sempre da Rotilio Sammarco il 16 ottobre 1603, e rogato dal notaio apostolico Giovan Tommaso de Tacina, attestava l’infermità del vescovo Lauro. Tale documento è controfirmato dal decano Vincenzo Sammarco e dal tesoriere Giovanni Galatio, entrambi canonici della cattedrale di Belcastro. Il documento è controfirmato dal sindaco Francesco Morelli e dagli eletti Giovan Francesco Calvano, Giovan Vincenzo Poerio e Giovan Francesco Caputa

Dai registri della Dataria apostolica del gennaio 1629 e del giugno 1635 figurano rispettivamente un Orazio Galati, canonico prebendato a Tropea e un Michele Galati, canonico prebendato a Squillace. Nell’aprile 1639 un Vitaliano Galati fu canonico prebendato della cattedrale di Catanzaro. Sempre dai registri della Dataria apostolica, nel gennaio 1671, si legge che “a seguito della morte di D. Pietro Dieni avvenuta nell’agosto scorso, un canonicato con prebenda della Cattedrale di Belcastro sia assegnato secondo le tavole fondazionali a D. Cesare Galateo, sacerdote oriundo e prossimiore al fondatore”.

La famiglia Galati, oltre ad essere imparentata con i de Diano, lo fu anche con i Poerio baroni di Belcastro, i Toscano patrizi di Cosenza e Rossano e con gli Englen.

Nel catasto conciario del 1743 alla partita concernente il “Dottor Fisico Signor Fr.sco Galati, nobile vivente di questa città di Belcastro, di età di anni 65”, risulta marito di Caterina de Diano, trentacinquenne, abitante nel loro palazzo gentilizio. I due ebbero numerosi figli: Teresa di nove anni, Bruno di cinque, Pietro di quattro, Vittoria di due, Ippolita infante e Domenico di sette anni che, molto più tardi, cinquantasettenne, fu padre, nel 1793, di Caterina andata in sposa diciassettenne, il 18 gennaio 1810, al barone Francesco d’Englen. Dalla coppia nacque in Belcastro, il 7 agosto 1823, Giovan Battista Englen del quale esiste l’atto del matrimonio civile contratto in Bianco, in provincia di Reggio Calabria, il 15 maggio 1845 con Giulia Muscoli. Nell’atto è indicato trentaduenne, nato in Belcastro, di professione barone.

Nel 1794, a seguito del terremoto del 1783 e dell’istituzione della Cassa Sacra, il “Magnifico Domenico Galati” acquistava terreni per ducati 675.

Il citato Domenico Galati, suocero del barone Francesco d’Englen, fu amministratore della Cassa sacra nel 1797.

La famiglia Galati continuò a vivere a Belcastro fino agli anni Cinquanta con Alfonso che sposò Luisa Pisani. Dalla coppia nacquero Demostene e Michele  -  trasferitisi entrambi rispettivamente a Roma e Fiesole -  e Giuseppina (Peppina) sposatasi con Luigi Colosimo di Sersale.

La famiglia Galati continua la propria discendenza con i figli di Demostene: Alfonso, Fulvio e Luisa Rosalba, dimoranti tuttora a Roma.

ARMA:

Partito. Al I d’azzurro al leone rampante d’oro;

 al II di rosso alle quattro fasce d’argento: sopra

 tutto lo scudo di oro ai tre fiordalisi d’azzurro

disposti 2,1.

11 luglio 2003

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