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di Raffaele Piccolo

FAMIGLIA ANANIA

 

Suddivisa in vari rami, era originaria di Taverna, trasferitasi a Catanzaro, come la maggior parte delle famiglie nobili dell’antica cittadina presilana, si mise subito in luce e fu considerata molto “ragguardevole”.

Personaggio di spicco del ramo catanzarese fu il vescovo Marcello che tenne la sede episcopale di Nepi e Sutri dall’1 giugno 1645 al 25 aprile 1670.

Capostipite del ramo belcastrese fu Giovan Tommaso che, nel 1661, ottenne l’assenso regio all’acquisto del feudo di Magliacane, vendutogli da Carlo Mandarino, abitante di Petilia Policastro, per la cifra di ducati 6750. Detto feudo nel 1680 risultava ancora di proprietà della famiglia Anania con  Michele.

Un Domenico Anania, canonico a Squillace, fu nominato protonotario apostolico della diocesi di Belcastro nel gennaio 1706. 

Nel catasto conciario di Belcastro del 1743, figura “D[onna] Felicia Anania, trentenne, nuora de predetto Mag[nifi]co Michele per averne sposato il figlio D[on] Carlo de Diano”;  un altro “Magnifico D[on] Domenico Anania … vive nobilmente di 39 anni con la nepote D[onna] Teresa Capocchiano di anni otto”.

In un atto del notaio apostolico Didaco Verrina, datato 7 marzo 1757, il “nobile” Lorenzo Anania figura tra i firmatari del documento come teste.

 

Stemma della famiglia Anania di Belcastro

D’azzurro al monte di tre cime cucito di rosso movente dalla punta e sostenente sulla cima di sinistra una civetta e su quella di destra un leone, il tutto d’oro. Col capo cucito d’azzurro caricato di tre stelle d’oro e sostenuto dalla trangla di rosso.

11 luglio 2003

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