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di Raffaele Piccolo

VESCOVI, FEUDATARI E CANONICI DI BELCASTRO

 

Belcastro, in quanto diocesi vescovile fino al 1818, diede alla sua chiesa molti sacerdoti, la cui gran parte proveniva dalle famiglie nobili o più ragguardevoli del paese: dopo appena quattro anni dall’istituzione del seminario (1632) in esso erano ospitati ben 40 chierici, la cui maggioranza proveniva appunto da queste famiglie.

Uno dei motivi di vocazioni così numerose, per una piccola comunità come Belcastro che nel 1633 contava appena 1.660 abitanti, oltre alla fede e al desiderio di prestigio che la famiglia acquistava, fu certamente anche il vantaggio di poter godere dell’immunità religiosa di fronte  alle contribuzioni fiscali o almeno di buona parte di esse: intestare ad un ecclesiastico la  proprietà di famiglia o una sua parte significava essere esonerati dal pagamento delle rispettive tassazioni e, quindi, accumulare ricchezza. Per le famiglie meno abbienti, invece, significava elevare la propria posizione sociale e, quindi, potersi inserire nella cerchia del ceto più agiato.

L’erezione del capitolo diocesano è riportata in una copia notarile del 12 maggio 1864, conservata presso l’archivio dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina.

Tale documento è, a sua volta, una copia della traduzione del notaio apostolico Giovanni Tommaso Lo Flerio in lingua latina del 5 aprile 1633, eseguita dall’originale scritto in lingua greca, il 24 maggio 1112, dal monaco di rito bizantino Macronio Locrezio.

Ma per ciò che concerne i nomi delle Dignità capitolari dobbiamo attendere il 1334 per conoscerne la composizione, per poi fare un salto di quasi un secolo ed avere i nominativi dei componenti il capitolo, seppur frammentariamente, data la forte carenza delle fonti.

Oltre i nomi delle Dignità capitolari, vengono riportati anche quelli dei vescovi, dei feudatari e, quando presenti, anche quelli delle famiglie più in vista o dei personaggi segnalati nei documenti.

L’elenco inizia dal 1334 e termina al 1793.

 

 

DIGNITÀ CAPITOLARI E CANONICI DELLA CATTEDRALE

 

Sebbene la diocesi di Belcastro risalga al IX secolo e le dignità del capitolo vescovile siano state costituite nel 1112, bisogna attendere il 1334 per incominciare a conoscere i primi nomi dei componenti il clero belcastrese.

Anno 1334

Vescovo:

Gregorio (1333 - ?).

Feudatario:

Tommaso II d'Aquino, conte (1292 ? - 16.5.1339).

Dignità capitolari:

Filippo Vaccarino, decano e U.J.D. - Giovan Battista de Sanctis, arcidiacono -

 

Giovanni Lazzaro, cantore - Giovanni Tacina, tesoriere.

Canonici:

Giovanni Priamo, Giovanni Leone, Marco Coccino, Giovanni e Tommaso Stiriti, Jacopo Gervasio, Salvatore Grandello, Francesco Saccorossi U.J.D.

Famiglie

Morana, nobile - Cavallo, nobile - Staffa, nobile - Salvatore Spirone, nobile - Gargano, nobile - Famareda - Pagano – Lombardo - Milareo. (aass, Atto del notaio apostolico Geronimo Cavallo del 18 ottobre 1334, in: Cartella S. Tommaso).

 

 

 

 

 

Anno 1425

Vescovo:

Giovanni Opizzo (1418 - ?)

Feudatario:

Pietro Paolo de Andreis (1424 – 1426).

Dignità capitolari:

Simeone Grandello, decano

Canonici:

Alessio Prestia. (aass, Atto del notaio apostolico Andrea de Dinolfo del 15 maggio 1425)

Famiglie

sconosciute

 

Anno 1492

Vescovo:

 sconosciuto

Feudatario:

 Gian Giacomo Trivulzio, conte (22.4.1487 – 1497).

Dignità capitolari:

 Luigi de Amato, decano ( Registri Lateranensi, Reg. Lat. 949, ff. 35v-36v).

Canonici:

 sconosciuti

Famiglie

 sconosciute

 

 

 

 

Anno 1518

Vescovo:

 sede vacante per rinuncia di Raimondo Poerio di Taverna

Feudatario:

 Costanza d’Avalos, contessa (1500 – 1541).

Dignità capitolari:

 il 23 agosto a Leonardo Levato, decano, viene affidata l’amministrazione della

 

cattedrale, vacante per la rinuncia di Raimondo Poerio, del quale è nipote (Settecento calabrese, p. 553) .

Canonici:

 sconosciuti

 

 

 

 

 

Anno 1519

Vescovo: Leonardo Levato di Taverna (1519 – 1533).

Feudatario: Costanza d’Avalos, contessa (1500 – 1541).

Dignità capitolari: il 20 marzo Ranaldo Poerio, chierico della diocesi di Catanzaro, ottiene il decanato, a seguito della rinuncia di Leonardo Levato, eletto vescovo (Settecento calabrese, p. 553 e Resignat. 25 f.54).

 

Anno 1538

Vescovo: Geronimo Fornari di Pavia (1533 – 1542).

Feudatario: Costanza d’Avalos, contessa (1500 – 1541).

Dignità capitolari: il 17 giugno Tommaso Carere, ottiene il decanato, a seguito delle dimissioni di D. Matteo Tranfo (Settecento calabrese, p. 553 e Reg. Lat., 1685 ff. 93-94v e 1702 ff. 199-200v).

 

Anno 1541

Vescovo: Geronimo Fornari di Pavia (1533 – 1542).

Feudatario: Alfonso d’Avalos, conte (1541 –  1542).

Dignità capitolari: il 9 marzo, Maestro Andrea de Bobus, U.J.D. e Abbreviatore delle Lettere Apostoliche, ottiene il decanato a seguito della morte di D. Giovanni Lenzi (Settecento calabrese, p. 553-534 e Reg. Lat. 1716 ff. 113-115).

 

Anno 1546

Vescovo: Giacomo Giacomelli di Roma (1542 – 1552).

Feudatario: Antonio II d’Aragona, duca di Montalto (1544 - 1574).

Dignità capitolari: Giacono Vincenzi, chierico di Belcastro, tesoriere a seguito della morte di D. Francesco Florenzi (Settecento calabrese, p. 534 e Reg. Lat. 1780 ff. 289v-290). Scipione  e Fabrizio Diano, “preti nobili” della cattedrale (Reg. Lat., XIII, 4, f. 303).

 

Anno 1553

Vescovo: Cesare Giacomelli di Roma (1553 – 1577).

Feudatario: Antonio II d’Aragona, duca di Montalto (1544 – 1574).

Dignità capitolari: nel mese di luglio Fabio Susanna, ottiene l’arcidiaconato a seguito della morte di Bernardino de Maffeis. (Settecento calabrese, p. 534 e Reg. Lat. 1778 ff. 96-97v).

 

Anno 1563

Vescovo: Cesare Giacomelli (1553 – 1577).

Feudatario: Antonio II d’Aragona, duca di Montalto (1544 – 1574).

Dignità capitolari: il 25 settembre Ottavio de Diano, chierico di Belcastro, diviene cantore della chiesa di s. Maria Maddalena, nell’omonima  contrada, per la rinuncia di Vincenzo de Cumis (Settecento calabrese, p. 554 e Reg. Lat. 1911, ff. 160-162, olim 158-160).

 

Anno 1582

Vescovo: Giovan Antonio de Paola (1577- 1591).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità capitolari: nel mese di novembre Rutilio Sammarco ottiene il cantorato, rimasto vacante per la scomparsa, nello stesso mese, di Giovan Battista Sammarco (Settecento calabrese, p. 554 e Reg. Lat. XI 1.4, f. 122).

 

Anno 1584

Vescovo: Giovan Antonio de Paola (1577- 1591).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità capitolari: Vincenzo de Grandellis è cantore, a seguito di devoluzione; mentre Ferdinando de Paola ottiene il tesorierato (Settecento calabrese, p. 554 e Reg. Lat. XIII, 1.3, f.499). Fabrizio Diano, il 15 marzo 1583, ottiene di tornare ai voti laici per poter usufruire di un beneficio.

 

Anno 1592

Vescovo: Orazio Schipani[1] (1591 – 1595).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità capitolari: dopo un anno di vacanza, Vincenzo Sammarco ottiene nel mese di luglio il decanato, per la morte di Marcello Ricci, avvenuta nel luglio 1591 (Settecento calabrese, p. 554 e Dat. ap., per obitum, F 6, f. 22v). Nel mese di ottobre, Giovanni Galati … [mutila] (Reg. Lat., I, 1.10, f. 106. Il vescovo Schipani, nella sua relazione del 4 marzo, annotava che “vi son otto canonici che han dieci ducati d’entrata e … intorn’a 25 preti dei quali nessuno v’è che sia doctore … il vescovo ha d’entrata circa ottocento ducati. Seminario giammai ce n’è stato per la molta povertà. Vi son tre conventi piccoli, uno di S. Domenico, li altri di S. Francesco delli Scalzi, l’altro di terziari di S. Francesco” (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1595).

 

Anno 1593

Vescovo: Orazio Schipani (1591 – 1595).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità capitolari: nel mese di giugno Geronimo de Castellana[2], U.J.D., ottiene il decanato per la morte di Marcello Ricci (Settecento calabrese, p. 554). Nel mese di maggio, per la morte di Ferdinando Faragò, si rende libero il canonicato con prebenda della chiesa di s. Marco Evangelista (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1599). Nel mese di settembre, Marcello Cerocotta … [mutila] (Reg. Lat. II, 1.8, f. 531).

 

 

Anno 1594

Vescovo: Orazio Schipani (1591 – 1595).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità: nel mese di novembre Orazio Schipani, chierico di Catanzaro, subentra a Ferrante Faragò, deceduto nel maggio 1993 [Settecento calabrese, p. 554 e Dataria apostolica (Dat. ap.), per obitum, F 8, f. 27v].

 

 

Anno 1595 

Vescovo: Orazio Schipani (1591 – 1595).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità capitolari: il 17 febbraio Galeno Pignerio è canonico della cattedrale. Il vescovo riferisce che le dignità sono quattro e che “v’è anco la prebenda Teologale seu Penitenzeria”[3]. Vi erano otto canonici e due presbiteri (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1595).

 

 

Anno 1597

Vescovo: Alessandro Papatodaro (1596 – 1597).

Feudatario: Giovan Battista Sersale, barone (1574 – 1602).

Dignità capitolari: Vincenzo Sammarco, decano - Orazio Carpansano, arcidiacono - Vincenzo Grandello, cantore - Giovanni Galati, tesoriere - Giovanni Antonio de Sensi, arcipresbitero.

Canonici: Marcello Faragonio - Alfonso Loflerio - Pietro Giovanni Leucice - Guglielmo Pignerio - Lucio Imparacis - Giulio Faragonio. (da: aass, Atto del notaio apostolico Contestabile del 1765 (copia notarile), in: Cartella s. Tommaso). Nella relazione del vescovo, del 9 ottobre 1597, è riferito che, oltre le quattro dignità, vi sono 15 presbiteri e i conventi di s. Domenico, tenuto dall’ordine dei Predicatori, di s. Francesco tenuto dai Conventuali, ed un altro ancora di s. Francesco tenuto dai Terziari. Inoltre vi erano quattro giuspatronati il cui valore era molto esiguo (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1597).

 

 

Anno 1603

Vescovo: Antonio Lauro (1599 – 1609).

Feudatario: Aurea Morano, vedova di Orazio Sersale, baronessa, tutrice di Francesco I Sersale (1603 – 1620).

Dignità capitolari: il 16 ottobre Vincenzo Sammarco viene nominato decano della cattedrale e Giovanni Galati tesoriere (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1603).

Canonici: Aloisjo Laureo canonico. Il vescovo, nella sua relazione del 25 novembre 1603, riferiva che nella diocesi vi erano dodici canonici pretendati, otto chierici e “tria beneficia simplicia” sotto il patronato di laici. Vi erano anche “duas Confraternitas laicorum”, una sotto il titolo “divinae Mariae Annunciationis[4], alteram sub vocabolo Pietatis”[5]. I tre conventi erano abbastanza modesti: quello dell’ordine dei Predicatori (s. Domenico) ospitava solo tre frati, quello dei Conventuali (s. Francesco della Codilla) due e quello dei Terziari (s. Francesco) anch’esso due monaci.

 

 

Anno 1606

Vescovo: Antonio Lauro (1599 – 1609).

Feudatario: Aurea Morano, vedova di Orazio Sersale, baronessa, tutrice di Francesco I Sersale (1603 – 1620).

Dignità capitolari: Vincenzo Sammarco Decano, Giovanni Galati tesoriere.

Canonici:  La relazione vescovile del 9 novembre riferisce che vi erano undici canonici con prebenda canonici, fra i quali Galeno Pignerio, Orazio Carpansano e Francesco Antonio Rotella. Il documento annota anche che a Belcastro vi era solo la  confraternita dell’Annunziata[6] (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1606).

 

 

Anno 1610

Vescovo: Pietro Matteo de Herros (1609 – 1611).

Feudatario: Aurea Morano, vedova di Orazio Sersale, baronessa, tutrice di Francesco I Sersale (1603 – 1620).

Dignità capitolari: il 13 giugno Esco Jacini, di Belcastro, ottiene l’arcidiaconato, vacante per la rinuncia di Orazio Carpansano,  (Settecento calabrese, p. 554 e Reg. Lat. 1932, f. 403-404v, olim 399-400v).

 

 

Anno 1614

Vescovo: Fulvio Tesoriere (1612 – 1616).

Feudatario: Aurea Morano, baronessa, vedova di Orazio Sersale e tutrice di Francesco I Sersale (1603 – 1620).

Dignità capitolari: nel mese di febbraio, Fabrizio Ungano, arciprete della cattedrale, ottiene l’arcidiaconato, a seguito della morte di Francesco Tacina, avvenuta in gennaio  (Settecento calabrese, p. 554 e Dat. ap.,  per obitum, F 27, ff. 23v-25v).

Canonici:  Dalla relazione vescovile del 12 dicembre 1612 il canonico Lucio Imperace, che usufruiva di una prebenda annua di due ducati d’oro provenienti dalla confraternita dell’Annunziata, per “suis exigentibus demeritis Canonice privatus fuit” (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1612).

 

 

Anno 1615

Vescovo: Fulvio Tesoriere (1612 – 1616).

Feudatario: Aurea Morano, vedova di Orazio Sersale, baronessa, tutrice di Francesco I Sersale (1603 – 1620).

Dignità capitolari: nel mese di gennaio Giacomo Sammarco, “prete nobile”, diviene decano a seguito della morte, avvenuta nel precedente mese di dicembre, di Geronimo de Castellana  (Settecento calabrese, p. 555 e Dat. ap.,  per obitum, F 29, f. 21).

 

 

Anno 1623

Vescovo: Geronimo Ricciulli (1616 – 1626).

Feudatario: Francesco I Sersale, barone (1620 – 1627).

Dignità capitolari: nel mese di febbraio ad Andrea Azzariti, chierico della diocesi di Santaseverina, gli viene affidato temporaneamente il tesorierato della chiesa di Belcastro, vacante per la morte di Giovanni Galati, avvenuta nel mese di gennaio (Settecento calabrese, p. 555 e Dat. ap.,  per obitum, F 38, f. 33v). Dal mese di ottobre tale carica viene ricoperta da Bernardino Cirilea, chierico di Cosenza (Dat. ap.,  per obitum, F 39, f. 30v e Reg. Lat., I, 1.4, f. 137). I presbiteri erano quindici (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1620).

 

 

Anno 1624

Vescovo: Geronimo Ricciulli (1616 – 1626).

Feudatario: Francesco I Sersale, barone (1620 – 1627).

Dignità capitolari: Giovan Tommaso Grandelli, cantore.

Chierici:    nel mese di luglio Gregorio Masello, prete della diocesi, ottiene il canonicato e la prebenda della chiesa di s. Marco, per la durata del trasferimento alla Collegiata di Cropani di Antonio Rizzoti (Settecento calabrese, p. 555 e Dat. ap.,  per obitum, F 40, f. 46).

 

 

Anno 1625

Vescovo: Geronimo Ricciulli (1616 – 1626).

Feudatario: Francesco I Sersale, barone (1620 – 1627).

Dignità capitolari: nel mese di dicembre Francesco de Tanis, prete casentino, U.J.D., diviene cantore a seguito della morte di Giovan Tommaso Grandelli, avvenuta in ottobre (Settecento calabrese, p. 555 e Dat. ap.,  per obitum, F 41, f. 53v).

Famiglie: notaio Lelio Mastriccio

 

 

Anno 1628

Vescovo: Antonio Ricciulli (1626 – 1629).

Feudatario: Orazio Sersale, barone (1627 – 1630).

Dignità capitolari: il 9 dicembre Francesco de Tanis rinuncia al cantorato di Belcastro perché ottiene un canonicato con prebenda alla cattedrale di Cosenza, città di sua appartenenza  (Dat. ap.,  per obitum, F 44, f. 47). Sempre in dicembre, Giovanni Vincenzo Tacina, sacerdote di Belcastro, diviene cantore per le dimissioni di Francesco de Tanis (Dat. ap.,  per obitum, F 44, f. 47 e Reg. Lat., VI, 1.8, f. 38).

Canonici:  nel mese di marzo Francesco Augusto, suddiacono di Belcastro, ottiene il canonicato e la prebenda di s. Marco, per la morte di Antonio Rizzoti, avvenuta nel novembre 1625 (Settecento calabrese, p. 555 e Dat. ap.,  per obitum, F 44, f. 34v). Nella relazione del 23 dicembre dell’anno precedente sono riportati i cinque canonicati che erano: ss. Annunciazione, s. Pietro, santi Paolo e Sofia, santi Giacobbe e Lucia, s. Marco; le prebende di tali canonicati fruttavano otto ducati l’anno (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 161627).

Famiglie:  Diano, Tacina, Gargano, Amone.

 

Anno 1629

Vescovo: Antonio Ricciulli (1626 – 1629).

Feudatario: Orazio Sersale, barone (1627 – 1630).

Dignità capitolari: nel mese di gennaio Pietro Francesco Garcea, chierico nella diocesi di Catanzaro, U.J.D., diviene decano della cattedrale di Belcastro per la morte, avvenuta nel dicembre scorso, di Paolo Sammarco. Giovan Vincenzo de Tacina è cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

Canonici:  Nel mese di ottobre, il chierico Giovan Tommaso Gargano ottiene il canonicato e la prebenda di s. Marco, per la morte di Francesco Augusto avvenuta in aprile e che manterrà fino al 1683 (Settecento calabrese, p. 555 e Dat. ap.,  per obitum, F 45, f. nn e Reg. Lat., VII, 1.6, f. 257).

 

Anno 1630 - 1633[7]

Vescovo: Filippo Curio Crinò (1629 – 1633).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1630 – 1644).

Dignità capitolari: nel mese di aprile 1630 Filippo Vaccaro, UID, diviene decano e vicario della cattedrale che terrà fino al 1640 (Settecento calabrese, p. 556 e Reg. Lat., VII, 1.10, f. 336). Giovan Vincenzo de Tacina (ASCZ, Fondo notarile, Registro del notaio Francesco Mazzaccaro a. 1631 doc. del 3 genn.), Giovan Battista Lazzaro arcidiacono (doc. 4 genn. 1633), Francesco Antonio Altomare, tesoriere (doc. 23 genn. 1633).

Canonici:  Lucantonio Mele (doc. 23 genn. 1633), Rutilio Sammarco è rettore di un giuspatronato sotto il titolo degli Innocenti nella chiesa della ss. Annunziata (doc. 3 dic. 1632).

  Chierici:  Pietro Antonio de Cardona (doc. 29 genn. 1633). Il chierico Antonio Tacina interviene in un atto del notaio F. Mazzaccaro (doc. 3 marzo 1631), Iacopo Castellana, Giovan Angelo Cimino, Cesare Galati (doc. 24 aprile 1631), Giuseppe Mazzaccaro,  Francesco e Ottavio Pigneri (doc. 1 luglio 1631), Pietro Ballatore (doc. 2 luglio 1631), Pietro Alessio, Ottavio Lazzaro, Giacinto e Giovan Alfonso Sammarco (doc. 3 dic. 1632), Francesco Greco, Andrea Marcuccia, Giovanni Poerio di Onofrio e Tommaso Sammarco (doc. 6 dic. 1632), Giacinto Marzano, Andrea Coccino e Francesco Scarrillo (doc. 7 dic. 1632), Simeone Pettinato e Nicola Antonio Poleo (doc. 18 dic. 1632), Giovan Domenico Tiriolo (doc. 10 febb. 1633). Altri chierici che figurano in vari atti sono: Salvatore Capicotto, Antonio Cularino, Salvatore Grandello, Giovan Battista Altomare, Giovan Battista Galati, Antonio Cimino, Giovan Battista Lia, Giovan Tommaso Schipano, Rinaldo di Amone, Giovan Battista Carrozza.

Famiglie:  Castagna, de Diano, de Tacina, Gargano, Sammarco, Galati, Lazzaro, Altomare, Ballatore.

 

Anno 1637

Vescovo: Bartolomeo Gessi (1633 – 1639).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1630 – 1644).

Dignità capitolari: Filippo Vaccaro, U.J.D. decano - Francesco Lazzaro, arcidiacono – Giovan Vincenzo Tacina, cantore - Pietro Priamo, tesoriere - Luca Antonio Mele, arcipresbitero (ASCZ, Fondo notarile, Registro del notaio Francesco Mazzaccaro a. 1631 doc. del 24 aprile.).

Canonici: Silvio Stiriti - Tommaso Gargano - Stefano Coccino - Giovanni Domenico Spirone - Filippo Ballatore - Gregorio Masella. Antonio Bollita ottiene il canonicato e la prebenda della chiesa di s. Marco, in seguito alla morte di Scipione Vivacqua (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 41, f. 53v e Reg. Lat. XIV, 1.10, f. 559). Francesco Catizzone, nel mese di settembre dello stesso anno, ottiene il canonicato e la prebenda di s. Giacomo, in seguito alla morte di Giovan Tommaso de Sanctis (Dat. ap.,  per obitum, F 49, f. 31).

Famiglie:   Tommaso Faragò, nobile - Andrea Scarrillo, nobile - Francesco Gargano, nobile - Giovan Battista Catizzone, nobile - Rotilio Gargano, nobile - Giuseppe Marzano, nobile - Lorenzo Castellana, nobile. (da: aass, Atto del notaio apostolico G. Castellana del …, in: Cartella S. Tommaso). Nella relazione vescovile del 10 aprile 1634, il vescovo annotava ventotto presbiteri, tre suddiaconi e quaranta chierici (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1634). Tale esplosione vocazionale fu dovuta all’erezione del seminario avvenuta nel 1632, dove venivano insegnate anche la grammatica e la musica.

 

 

Anno 1640

Vescovo: Francesco de Napoli (1639 – 1652).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1630 – 1644).

Dignità capitolari: nel mese di aprile Giovan Battista Priamo diviene decano, a seguito della morte di Filippo Vaccaro, avvenuta nello stesso mese (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 56, f. 36v e Reg. Lat. XVII, 1.9, f. 344). Nel mese di luglio Francesco Megali, da sei anni studente a Roma, ottiene il tesorierato lasciato vacante da Giovan Battista Priamo (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 56, f. 40v). Giovan Vincenzo de Tacina è cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

 

Anno 1645

Vescovo: Francesco de Napoli (1639 – 1652).

Feudatario: Francesco II Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giovan Vincenzo de Tacina è cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199). Nel mese di dicembre Antonio Cimino è tesoriere della cattedrale (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1645).

Canonici:  nel mese di maggio Andrea Coccino, chierico della diocesi, ottiene il canonicato e la prebenda della chiesa Collegiata dell’Annunziata, per la morte di Giovanni Domenico Speroni, avvenuta nello stesso mese (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 60, f. 30v). Giovan Tommaso Bollita (Ivi), Francesco Cannizzaro, U.J.D. succede al canonicato di Carlo Petrelli deceduto (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 61, f. 22); Andrea Cassiano (Settecento calabrese, p. 556 e Reg. Lat.,  I, 1.9, f .73). La relazione vescovile dell’1 dicembre riferisce che nella chiesa cattedrale vi erano quattro cappelle sotto il giuspatronato di laici delle quali quella del Sangue di Cristo era sotto il patronato della famiglia Ballatore con 30 ducati. Un’altra cappella era nella chiesa dell’Annunziata sotto il patronato della famiglia Sammarco. Nella diocesi, oltre le cinque dignità, vi erano undici canonici, tredici presbiteri semplici, due diaconi, tre suddiaconi, quarant’otto chierici e quattro diacono selvaggi[8]. A Belcastro vi erano sette chiese con prebenda: s. Antonio, servita dall’arcipresbiterato con ducati 25; s. Iacopo, servita dal canonicato, con ducati 25; s. Maria della Pietà con ducati 10; ss. Annunciazione con ducati 18; s. Maria della sanità con ducati 35 e da altri proventi ducati 20; s. Maria della Maddalena, prebenda del cantorato, con ducati 60; la chiesetta di s. Rocco con ducati 5; del ss. Salvatore, che aveva il patronato delle “Anime dei morti” con ducati 10; mentre il reddito di s. Maria delle grazie risulta illeggibile.

I giuspatronati laici sulle cappelle erano: nella chiesa di s. Maria della sanità la famiglia Altomare aveva una cappella la cui rendita annua era di ducati 10. Nella chiesa cattedrale vi erano le cappellanie del ss. Sacramento con una rendita di ducati 30 della famiglia D’Orso e quella del ss. Salvatore della famiglia Amone, ma non ne conosciamo la consistenza economica. Nella chiesa della ss. Annunciazione la famiglia Tacina aveva un giuspatronato di annui ducati 15 e la famiglia Sammarco quella detta dell’Annunziata. In quest’ultima chiesa vi era anche il “Mons Maritaggij” o “Mons Puellarum” istituito dal Giovan Battista de Urso.

Le confraternite, che fino allora erano state due, aumentarono a quattro e facevano riferimento alle chiese della ss. Annunciazione; di s. Maria della pietà; s. Domenico, sotto il titolo del ss. Rosario; s. Francesco, sotto il titolo della ss. Concezione. La relazione vescovile, abbastanza dettagliata rispetto alle precedenti, fornisce anche le entrate dei tre conventi: quello dei frati Predicatori, sotto il titolo di s. Domenico, dove vi era anche uno studio di filosofia, era abitato da dodici monaci ed aveva un reddito annuo di ducati 50; il convento dei frati Conventuali, sotto il titolo di s. Francesco, era abitato da tre monaci con un reddito di ducati 200; il monastero dei frati Terziari di s. Francesco, sotto il titolo della ss. Trinità, abitato da due monaci, aveva un’entrata di ducati 70. La mensa vescovile, a causa del terremoto che devastò il paese e le campagne, fruttava ducati annui 800 (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1645).

Famiglie: Giovan Battista Staiti; Giovan Tommaso Gargano; Giova Antonio Scarrillo, nobile; Giovan Tommaso Faragò, nobile (G. Fiore, Della Calabria illustrata, vol. I, p. 712).

 

Anno 1650

Vescovo: Francesco de Napoli (1639 – 1652).

Feudatario: Francesco II Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giovan Vincenzo de Tacina è cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

Canonici: Francesco Antonio de Tacina ottiene il canonicato (Settecento calabrese, p. 556 e Reg. Lat. VI, 1.3, f. 199).

 

Anno 1653

Vescovo: Carlo Sgombrino (1652 – 1672).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: nel mese ottobre Francesco Poerio, “chierico nobile” ottiene il decanato, rimasto vacante per la morte di Giovan Battista Priamo, avvenuta in settembre (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 67, f. 30). Giovan Vincenzo de Tacina permane al cantorato (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

Canonici:

                   Il 15 giugno il papa Innocenzo X concede l’indulgenza plenaria ai visitatori della Cappella della Chiesa di S. Maria del Carmine[9]. Il monastero dei frati minori conventuali di Belcastro è abolito a causa della riforma operata da Innocenzo X[10].

 

 

Anno 1659

Vescovo: Carlo Sgombrino (1652 – 1672).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giovan Vincenzo de Tacina, cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

Canonici:

                  Nella relazione vescovile di quell’anno figurano tre dottori di legge e di sacri canoni dei quali non si conosce il nome e la dignità, ventuno sacerdoti semplici, due diaconi, ventisei chierici celibi, cinque chierici coniugati, sedici diaconi selvaggi e sette beguine[11].

Le chiese canonicali erette in prebenda erano le seguenti: s. Antonio abate con annui ducati 35; s. Iacopo ducati 25; s. Maria della pietà ducati 12; ss. Annunciazione ducati 15 ai quali si dovevano sommare altri ducati 15 per entrate che esulavano la prebenda e ducati 55 che erano il frutto di offerte dei devoti alla chiesa; s. Maria della Trinità, che era ubicata nell’ex convento di s. Francesco[12] aveva una prebenda annua di ducati 35 oltre altri redditi di ducati 50; s. Maria della Maddalena, che era prebenda del cantorato, aveva una prebenda di ducati 50; s. Maria maggiore, in contrada Cocozze, era data in prebenda al decanato con un reddito di ducati 50; s. Giovanni Battista, con prebenda all’arcidiaconato, fruttava ducati 15; s. Maria della sanità, data al tesaurierato, aveva una prebenda di ducati 20; le entrate delle chiese di s. Nicola e s. Antonio, unite in un’unica prebenda, data all’arcipresbiterato, sono illeggibili; s. Sofia aveva un’entrata di ducati 15; s. Marco ducati 6; s, Francesco, nell’ex convento dei padri Conventuali, ducati 100; la chiesa del ss. Salvatore aveva una prebenda di ducati 12, offerti dalla famiglia Altomare. La chiesa di s. Maria delle grazie[13] non aveva alcun censo.

I giuspatronati laici sulle cappelle, delle quali soltanto di alcune conosciamo il cognome della famiglia, erano i seguenti:

 

nella chiesa cattedrale:

-   sotto il titolo del ss. Sangue di Cristo, vi era la cappella della famiglia Ballatore con annui ducati 26;

-   sotto il titolo del ss. Crocefisso, eretta durante il presulato del vescovo De Napoli, con ducati 20; 

-   sotto il titolo di s. Paolo con ducati 15;

-   sotto il titolo di s. Gregorio con ducati 25;

 

nella chiesa della ss. Annunciazione:

-   sotto il titolo di s. Vincenzo, vi era il patronato della famiglia Sammarco con ducati 30;

-   sotto il titolo della ss. Visitazione, vi era il patronato della famiglia de Tacina con ducati 12;

-   sotto il titolo di s. Maria di Trapani, con un reddito annuo di ducati 39;

 

nella chiesa di s. Maria maggiore vi era il patronato della famiglia Gargano, con una rendita di annui ducati 12;

 

nella chiesa di s. Maria della sanità, sotto il titolo di s. Michele, vi era il giuspatronato della famiglia Altomare consistente in annui ducati 12.

 

Le confraternite erano:

-   della chiesa della ss. Annunciazione, i cui associati vestivano un saio e un pileo bianco, con la mozzetta di vario colore;

-   della chiesa di s. Maria della pietà, i credenti vestivano un saio, un pileo e una mozzetta di colore ceruleo;

-   della chiesa di s. Domenico, detta anche del ss. Rosario, i seguaci indossavano il saio con una croce rossa lunga sul davanti, privo di pileo e mozzetta.

Il seminario aveva un reddito di ducati 25 ai quali si erano aggiunti quelli dei due conventi soppressi che ascendevano a ducati 60, per un totale complessivo di ducati 75. (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1659).

 

Anno 1666

Vescovo: Carlo Sgombrino (1652 – 1672).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giovan Vincenzo de Tacina, cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

Canonici:   il 4 luglio, il chierico Giuseppe Benedicente ottiene il canonicato e la prebenda della chiesa di s. Giacomo e s. Lucia, per la morte di Mario Cozza (Settecento calabrese, p. 556 e Reg. Lat. 2040 I, f. 393v-394). Nella relazione vescovile dell’8 agosto dell’anno precedente il vescovo Sgombrino annotava venti sacerdoti semplici, ventisette chierici celibi, sette chierici coniugati e quattro diaconi selvaggi; riferiva, inoltre, che vi era il cimitero[14] e che le confraternite erano solo due (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1665).

 

 

Anno 1671

Vescovo: Carlo Sgombrino (1652 – 1672).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giovan Vincenzo de Tacina, cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199); Ignazio Astorini vicario, sacerdote trentaduenne di Catanzaro.

Canonici:  il 7 gennaio, Cesare Galatio (Galati) è canonico della cattedrale per la morte di Pietro Didaco de Diano (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 86, f. 28 e Reg. Lat. 2053, f. 318v-319v, olim 315-316v).

 

 

Anno 1672

Vescovo: Carlo Sgombrino (1652 – 1672).

Feudatario: Orazio Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giovan Vincenzo de Tacina, cantore (Dat. Ap., per obit., F 44, f.47 e Reg. lat., VI 1.3, f. 199).

Canonici:   l’8 febbraio Antonio Fiorino ottiene il canonicato e la prebenda di s. Antonio per la morte di Andrea Coccino, avvenuta nell’ottobre precedente (Settecento calabrese, p. 556 e Dat. ap.,  per obitum, F 89, f. 29 e f. 34. Cesare Galati ottiene un canonicato con prebenda a seguito della morte di Pietro Dieni, avvenuta nel mese di agosto.

 

Anno 1673

Vescovo: Carlo Gargano (1672 – 1683).

Feudatario: Francesco II Sersale, duca (1644 – 1673).

Dignità capitolari: Giuseppe Benedicente succede a Giovan Vincenzo de Tacina al cantorato canonicato (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 89, f. 34).

Canonici: nel mese di settembre il prete Antonio Famareda ottiene il canonicato e la prebenda istituita dal fu Luca Antonio Rocca, vacanti per le dimissioni di Domenico Gargano (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 88, f. 41).

 

Anno 1674

Vescovo: Carlo Gargano (1672 – 1683).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: nel mese di giugno, il “prete nobile” Andrea Jazzolino sostituisce nel cantorato Giuseppe Benedicente, passato al canonicato (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 89, f. 34).

Canonici:  nel mese di maggio il prete Giuseppe Benedicente succede al canonicato della cattedrale a Francesco Antonio Tacina, morto nel mese di aprile.

 

Anno 1678

Vescovo: Carlo Gargano (1672 – 1683).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari:

Canonici:  nel mese di novembre il prete confessore Antonio Scarrillo ottiene il canonicato e la prebenda della chiesa di s. Maria della Trinità, a seguito della morte di Diomede Mazzacaro avvenuta nel mese di agosto (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 94, f. 35v). Oltre le cinque dignità del capitolo diocesano, vi erano sette sacerdoti che sedevano nel coro capitolare e altri undici “extra gremium”. Vi erano ancora le due confraternite laiche della ss. Annunciazione e di s. Maria della pietà (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1677).

 

Anno 1679

Vescovo: Carlo Gargano (1672 – 1683).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: nel mese di maggio il prete Domenico de Diano, U.J.D., già vicario generale del vescovo, ottiene il decanato per la morte di Francesco Poerio (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 95, f. 34v). Nel mese di settembre, Antonio Fiorino, professore di U.J.D., ottiene l’arcidiaconato lasciato vacante da Domenico de Diano (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 95, f. 37v). Nello stesso mese di settembre il “prete nobile” Domenico Gargano ottiene il cantorato per la morte di Giuseppe Benedicente avvenuta in luglio (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 95, f. 38v). Contemporaneamente, il canonico della cattedrale Giuseppe Marzano ottiene l’arcipretura, lasciata vacante per il passaggio di Domenico Gargano al cantorato (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 95, f. 38v).

Canonici:  il canonicato della cattedrale è affidato al prete  Domenico Gigliotti (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 95, f. 39).

 

Anno 1683

Vescovo: Carlo Gargano (1672 – 1683).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: il 17 settembre Antonio Famareda si dimette dal cantorato (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 100, f. 22) e gli succede Michele Petirro, ma per la non residenza di quest’ultimo, nel mese di novembre rientra Antonio Famareda (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 99, f. 32v).

Canonici:  Nel mese di dicembre, il prete Antonio de Magistro, a seguito della morte di Giovan Tommaso Gargano, avvenuta nel mese di aprile, ottiene dagli esaminatori sinodali il canonicato (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 99, f. 35).

 

 

Anno 1684

Vescovo: Benedetto Bartolo (1684 – 1685).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: nel mese di gennaio Tommaso Pignerio de Luca diventa cantore della cattedrale per le dimissioni di Antonio Famareda (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 100, f. 21).

 

Anno 1686

Vescovo: Giovan Alfonso Petrucci (1685 – 1688).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: Antonio Camarota, cantore (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 102, f. 37).

Canonici:  nel mese di luglio il prete Michele Petirro[15] è maestro in sacra teologia a seguito del tramutamento di Gian Battista Catanzaro a vicario generale (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 102, f. 31). Nel mese di ottobre il prete Giulio Bollita succede a Michele Petirro, perché non residente (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 102, f. 34v). Nel mese di dicembre il prete Giacomo Spirone diviene canonico della cattedrale per la promozione di Antonio Camarota al cantorato (Settecento calabrese, p. 557 e Dat. ap.,  per obitum, F 102, f. 37).

 

 

Anno 1689

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

 Dignità capitolari: nel mese di aprile il canonico Gian Battista Catanzaro, vicario generale del defunto vescovo Giovan Alfonso Petrucci e vicario capitolare, ottiene il decanato a seguito della morte di Giovan Domenico Gargano (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 102, f. 27). Giuseppe Luopleo ottiene il tesorierato resosi vacante per la morte di Antonio Cimino nell’aprile 1688 (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 106, f. 19). Il 25 luglio 1688, Michele Pitirro, arciprete e vicario capitolare, scomunicava il barricello Tommaso Gigliotti e il governatore del duca di Belcastro, il magnifico Aniello Solella, i quali avevano incarcerato un chierico della cattedrale ingiustamente. Per la reazione del duca contro il Pitirro, quest’ultimo chiedeva la protezione del cardinale Cybo, segretario di stato della curia romana, presso il Nunzio apostolico (ASV, Lettere dei Particolari, 75, f. 517 olim 311).

Canonici:    Nel mese di novembre il prete confessore Tommaso Pignerio ottiene il canonicato e la prebenda detta di s. Pietro, a seguito della promozione di Giuseppe Lupoleo. Nel mese di dicembre il “prete nobile” Antonio de Diano, già vicario generale, ottiene il canonicato e la prebenda detta di s. Maria della sanità, vacante per la morte di Giovan Battista Latterosi[16], avvenuta in aprile (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 106, f. 22). Nello stesso mese di dicembre il prete Antonio Castellana ottiene l’arcipretura, vacante per la promozione a vescovo di Michele Petirri alla diocesi di Termoli (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 106, f. 22).

 

Anno 1690

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolare:

Canonici:  nel mese di aprile il prete Antonio Le Donne diviene canonico della cattedrale per la promozione di Antonio de Diano all’arcipretura (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 107, f. 24v).

 

Anno 1692

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: Antonio Castellana, arciprete della cattedrale (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 122, f. 26v).

Canonici:

                   La relazione del vescovo Emblaviti, datata 10 agosto, riferisce che a Belcastro erano aperte al culto sette chiese, fra le quali quelle della ss. Annunciazione e di s. Maria della pietà, senza citare le altre. Il capitolo aveva quattro dignità per la vacanza del cantorato per le dimissioni di Tommaso Pignerio de Luca. Gli altri otto canonici servivano il coro. Vi erano dodici sacerdoti semplici e quindici chierici fra coniugati e celibi, oltre a cinque diaconi selvaggi. Nella cattedrale vi erano cinque altari con altrettante cappelle. Il vescovo riferisce che nel monastero dei padri Predicatori vi erano due monaci sacerdoti e tre conversi. Fuori le mura, la chiesa di s. Giovanni, detta anche dei Tempèri (Templari) aveva una rendita di ducati 300 ed era data in commenda al cavaliere gerosolimitano Eufemio Barulato (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1692).

 

Anno 1695

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Fabio Caracciolo, duca (1673 – 1701).

Dignità capitolari: le dignità capitolari ritornarono a cinque per l’assegnazione del cantorato. Vi erano, poi, sette canonici, sedici sacerdoti semplici e pochi chierici celibi o coniugati. Oltre le due confraternite della ss. Annunciazione e di s. Maria della pietà, fu ripristinata quella del ss. Rosario della chiesa cattedrale. Altre chiese esistenti erano quelle della ss. Trinità e di s. Antonio abate date in prebenda all’arcipresbiterato, s. Maria delle grazie data in prebenda all’arcidiaconato, s. Maria della sanità, che era quasi in rovina, i cui arredi furono portati nella cattedrale, s. Domenico nel convento dei padri Predicatori, la chiesa dei santi Iacopo e Lucia martiri, oltre la commenda di s. Giovanni gerosolimitano. Quest’ultima chiesa che era chiusa al culto perché quasi in rovina, aveva un reddito annuo di ducati d’oro 300. Tali proventi, con il consenso del cappellano dei templari Eufemio Barulato[17] che veniva ospitato nel seminario dove insegnava e celebrava messa, furono destinati alla ricostruzione e ampliamento del seminario, rimasto danneggiato dal terremoto (ASV, SCC, Relationes ad limina, Belcastro, a. 1695).

Anno 1703[18]

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Carlo Caracciolo, duca (1701 - 1714).

Dignità capitolari: il 26 aprile Giuseppe Lupoleo è tesoriere del capitolo diocesano; Antonio Castellana, arcipresbitero e notaio apostolico (Ivi, doc. 29 aprile). Andrea Jozzolino è già arcidiacono e Michelangelo Altomare fa parte del capitolo ma non ne conosciamo la carica (ASCZ, Fondo notarile, Registro M. A. Rotella, anno 1703, atto del 26 aprile).

Canonici: Giulio Bollita è “Procuratorio”[19] del seminario. Giulio Galati e Antonio Milardelli (doc. 12 genn.). Francesco Coccino è cancelliere della curia vescovile, mentre il canonico Antonio Le Donne è procuratore della Cappella del SS. Sacramento. Giovanni Leonardo Spirone, Ottavio Pigneri,  Francesco Galati (doc. 21 febbr.). Antonio Cimino (doc. 26 aprile), Iacopo Spirone, canonico della chiesa della ss. Annunziata, riceve 5 ducati dalla famiglia de Diano per la celebrazione di 50 messe presso l’altare di s. Giuseppe (doc. 15 sett.); Antonio Mazzaccaro (doc. 11 giugno), Giuseppe Catizzone (doc. 30 giugno), Pietro Fiorino (doc. 15 luglio), Leonardo Lupoleo (doc. 24 sett.), Antonio de Diano e Giuseppe Petirro, quest’ultimo nipote del vescovo Michele (doc. 25 sett.). Il reverendo Pietro Fiorino è “Rettore beneficij familiare Ballatoris”, presso la chiesa di s. Francesco d’Assisi; Antonio Pagano, nipote del reverendo Antonio Cimino (doc. 8 sett.),

Chierici:  Domenico de Diano e Tommaso Jozzolino (doc. 12 genn.), Onofrio Rotella e Francesco Altomare (doc. 11 giugno), Andrea e Tommaso (doc. 30 giugno) e Giuseppe Pigneri (doc. 8 sett.), Antonio Zimpone (doc. 6 agosto), Domenico Sammarco e Francesco Galati (doc. 4 sett.). Il “magnificis clerico celebre” Giovan Tommaso de Diano e suo fratello Michele cedono alcuni benefici al procuratore della chiesa dell’Annunziata (doc. 5 sett.). Chirilli [Cirillo] Lorenzo e Leonardo Meliti (doc. 7 sett.), Marco Antonio Parise (doc. 8 sett.), Matteo Fiorino, Leonardo Gigliotti, Iacopo e Marco Verrina, quest’ultimo anche notaio apostolico (doc. 15 sett.), il “clerico celebre” Nicola Fiorino (doc. 24 sett.), Giovanni Catizzone (doc. 2 ott.), Tommaso Cimino (doc. 2 dic.), Giovan Pietro Gigliotti è “chierico celebre” (doc. 19 dic.), Giovan Battista Diodato, (doc. 27 dic.).

 

Anno 1704

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Carlo Caracciolo, duca (1701 - 1714).

Dignità capitolari: nel mese di gennaio il “prete nobile” Antonio Castellana ottiene il tesorierato per la scomparsa di Giuseppe Lupoleo (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 122, f. 23). Nel mese di giugno Pietro Fiorino, professore di teologia morale e canonico, ottiene l’arcipretura, a seguito della promozione al tesorierato di Antonio Castellana (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 122, ff. 28v e 32v). Nel mese di agosto il prete confessore Leonardo Lupoleo, versato nel canto gregoriano, ottiene il cantorato, a seguito del tramutamento di Pietro Fiorino (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 122, f. 32). Andrea Jozzolino è arcidiacono (ASCZ, Fondo notarile, Registro M. A. Rotella, anno 1703, atto del 26 aprile).

 

Anno 1711

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Carlo Caracciolo, duca (1701 - 1714).

Dignità capitolari: nel mese di dicembre il prete Francesco Coccino ottiene l’arcidiaconato per la morte di Andrea Jazzolino, avvenuta in settembre (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 129, f. 32v). Dal gennaio 1706, Domenico Anania detiene la carica di protonotario apostolico della diocesi di Belcastro[20].

 

 

Anno 1714 - 1717[21]

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Carlo Caracciolo, duca fino il 9 agosto 1714.

Dignità capitolari: il 18 aprile 1717 Antonio Castellana è cantore e, il 31 maggio dello stesso anno, gli subentra Giovanni Leonardo Spirone; il 15 luglio Pietro Fiorino è rettore di un beneficio della cattedrale e il 15 agosto 1717 diviene arcipresbitero; il 4 settembre 1717 Antonio Le Donne, oltre ad essere tesoriere della cattedrale è anche procuratore della Cappella del ss. Sacramento, mentre Antonio Riccio è arcidiacono (ASCZ, Fondo notarile, Registro del notaio Michelangelo Rotella, febbr.-ott. 1717: doc. 21 febbr.).

Canonici:  Giulio Bollita era “Procuratorio” del seminario diocesano, Antonio Minardello, Domenico Diano (doc. 12 genn.);  nel mese di giugno 1717 il reverendo Marco Verrina ottiene il canonicato e la prebenda di s. Maria della Sanità per la morte di Antonio Diano, avvenuta nel mese di aprile 1717 (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap., per obitum, F 132, f. 28). Leonardo Lupoleo è procuratore del convento di s. Domenico (doc. 29 giugno). Altri sacerdoti: Iacopo Spirone, Antonio Mazzaccaro, Onofrio Rotella e Francesco Altomare (doc. 11 maggio), Francesco Galati, Michelangelo Altomare e Nicolò Fiorino (doc. 19 maggio), Giovan Tommaso e Andrea Pignerio, Antonio Pagano, Francesco Coccino (doc. 15 agosto), Ottavio Gargano (doc. 29 agosto), Matteo Fiorino, Giuseppe Catizzone, Domenico Guzzetti (doc. 4 sett.).

Chierici:   Domenico Ciaccio (doc. 18 febbr.), Benedetto Francesco Altomare (doc. 18 aprile), Antonio Cimino (doc. 26 apr.), “clerico celebre” Giovan Pietro Gigliotti (19 maggio), Carlo Spagnolo (doc. 31 maggio), “clerico magnifico” Mario Antonio (doc. 15 agosto), Tommaso Cimino (doc. 18 sett.).

 

Anno 1722

Vescovo: Giovanni Emblaviti (1688 – 1722).

Feudatario: Francesco Poerio, barone (1714 – 1715).

Dignità capitolari: il 3 gennaio Tommaso Lupoleo ottiene il tesorierato per la morte di Antonio di Giovanni (Settecento calabrese, p. 558 e Reg. Lat.,  2065, ff. 277-278).

Canonici:  Domenico Diano, già promotore fiscale della curia vescovile, ottiene di prendere gli ordini sacri extra tempore per godere di un beneficio prebendato (Segreteria dei brevi, vol. 2582  ff. 193v e 196).

Anno 1724

Vescovo: Michel Angelo Gentile (1722 – 1729).

Feudatario: Belloccia Poerio, vedova di Francesco (1715 – 1725).

Dignità capitolari: il 12 agosto il “prete nobile” Giuseppe Pitirro, sessantenne, U.J.D., già vicario, ottiene il decanato, vacante per la morte di Giovan Battista Catanzaro (Settecento calabrese, p. 558 e Dat. ap.,  per obitum, F 144, f. 17v e Reg. Lat.,  2067, ff. 415-416). Tommaso Lupoleo detiene il tesorierato della cattedrale.

 

Anno 1729

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone (1725 – 1746).

Dignità capitolari: nel mese di settembre Tommaso Lupoleo, divenuto esaminatore sinodale e professore di canto gregoriano, lascia il tesorierato per il cantorato della cattedrale, rimasto vacante per la morte di Antonio Castellana (Settecento calabrese, pp. 558-559 e Dat. ap.,  per obitum, F 149, f. 33v). Nello stesso mese, il tesorierato viene affidato al prete diocesano Leonardo Cirillo, rettore del seminario, professore di teologia morale e versato nel canto gregoriano (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 149, f. 35). La carica di rettore del seminario e la cattedra di teologia morale vengono date a Ignazio Astorini, sacerdote trentaduenne di Catanzaro, studente di teologia e vicario generale, versato nel canto gregoriano, diviene canonico della cattedrale per il tramutamento di Leonardo Cirillo al tesorierato per la rinuncia di Tommaso Lupoleo (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 149, f. 34).

 

 

Anno 1734

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Dignità capitolari: nel mese di luglio il decano  della cattedrale Domenico Diano, “prete nobile”, diviene promotore fiscale della curia episcopale per la morte di Francesco Coccino. Il Diano manterrà la carica fino al settembre 1756, anno della sua morte (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 155, f. 30).

 

Anno 1737

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Dignità capitolari:

Canonici:  nel mese di dicembre Giuseppe Donato, professore di teologia, ottiene l’arcipretura, rimasta vacante per la morte di Pietro Fiorino, avvenuta nell’ottobre 1734 (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 158, f. 28v).

 

Anno 1739

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Dignità capitolari: nel mese di gennaio Stefano Ricci, arcidiacono, penitenziere, professore di teologia e sacra teologia, ottiene il  decanato per la morte di Pietro Petirro (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 160, f. 25).

 

Anno 1740

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Dignità capitolari: per la morte di Stefano Ricci, diviene arcidiacono, nel mese di gennaio, il diacono Filippo Colucci, già consulente del collegio ecclesiastico (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 161, f. 413).

 

Anno 1743

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Chierici: Battista Schieri è chierico della cattedrale (Settecento calabrese, p. 559 e Reg. Lat., III, 1.7, f. 413). Antonio e Domenico de Diano; Carmine de Diano, suddiacono: quest’ultimo, divenuto in seguito commissario apostolico della nunziatura di Napoli, sarà accusato dall’arcidiacono della cattedrale di Belcastro Giuseppe Fragale di aver condotto vita molto “licenziosa” con donne del paese dalle quali aveva avuto dei figli (Settecento calabrese, p. 536 e ASV, Nunziatura di Napoli, 277, ff. 307-309). Fino a qual punto le accuse fossero veritiere non ci è dato sapere; fatto sta, però, che Carmine de Diano non fu punito, tant’è che dal 1760 al 1767 fu anche commissario apostolico.

 

Anno 1744

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Canonici: Tommaso Policastrese diviene canonico della cattedrale per le dimissioni di Rodolfo Veraldi Gargano (Settecento calabrese, p. 559 e Reg. Lat., IV, 1.5, f. 488).

 

 

 Anno 1745

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: Alfonso Poerio, barone  (1725 – 1746).

Dignità capitolari: Stefano Ricci decano e Cesare Politelli vicario generale (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 166, f. 30v). Nel mese di maggio Giuseppe Fragale ottiene il canonicato a seguito della morte di Tommaso Germano (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 166, f. 30v).

 

 Anno 1748

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: … de Mayda (1746 – 1755).

Dignità capitolari: nel mese di giugno Bruno Cirillo, versato nel canto gregoriano e organista della cattedrale, ottiene l’arcidiaconato per la morte di Filippo Colucci (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 169, f. 28v e  Reg. Lat., VIII, 1.8, f. 130).

 

Anno 1749

Vescovo: Giovan Battista Capuani (1729 – 1751).

Feudatario: … de Mayda (1746 – 1755).

Dignità capitolari:

Canonici: nel mese di marzo Luca Marino è canonico della cattedrale (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 170, f. 23v).

 

 

Anno 1754

Vescovo: Giacobbe Guacci (1752 – 1755).

Feudatario: … de Mayda (1746 – 1755).

Dignità capitolari: nel mese di marzo Leonardo Cirillo, cinquantasettenne, lascia il tesorierato per il decanato, a seguito della morte di Stefano Ricci (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 175, f. 24). Nello stesso mese Tommaso Policastrese, quarantaduenne, ottiene il tesorierato per il tramutamento di Leonardo Cirillo (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 175, f. 24 e  Reg. Lat., XIV, 1.5, f. 292). Nel mese di luglio il canonico Giuseppe Fragale ottiene il decanato per la rimozione di Leonardo Cirillo che aveva denunciato un reddito di ducati 24 anziché 50 Cirillo (Settecento calabrese, p. 559 e Dat. ap.,  per obitum, F 175, f. 28 e  Reg. Lat., XVIII, 1.8, f. 251).

 

Anno 1756

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari:

Canonici:  nel mese di settembre Tommaso Copia è canonico della cattedrale a seguito della morte di Domenico de Diano (Settecento calabrese, pp. 559-560 e Dat. ap., per obitum, F 177, f. 32v e Reg. Lat., XIII, 1.4, f. 176). Nel mese di dicembre Saverio Cavarretta, trentottenne, è cancelliere della curia episcopale, per la morte di Varone Nicoletta (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap.,  per obitum, F 177, f. 34 e  Reg. Lat., XVII, 1.3, f. 231). Nello stesso mese il canonico Francesco Paolo Mandarani ottiene il beneficio di s. Maria Maggiore sito nella cattedrale, sotto il giuspatronato della famiglia Gargano, vacante per la morte di un cognominato Riccio (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap.,  per obitum, F 177, f. 33v).

 

 

Anno 1757

Vescovo: Tommaso Fagiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: Bruno Cirillo, decano – Giuseppe Fragale, arcidiacono – Pietro Diano, cantore – Giovanni Policastrese, tesoriere – Giuseppe Donato, arciprete.

Canonici: Matteo Gigliotti – Antonio Diano – Tommaso Lupoleo – Pietro Gigliotti – Leonardo Militi – Luca pagano – Nicola Aloe.

Famiglie: Domenico Galati, nobile – Tommaso Altomare, nobile – Saverio Melita, nobile – Pietro Gigliotti, nobile – Antonio Diano, nobile – Lorenzo Anania, nobile - Mario Meliti, giudice – Pietro Verrina  – Mario Verrina – Giuseppe Costanzo – Raffaele Nicastro – Felice Nicastro - Lorenzo Cuda – Giovanni Jozzolino – Gregorio Manico – Matteo de Mattia – Germano Fiorino – Paolo Laversa –Vito Spadafora – Antonio Dieni.

(aass, Atto del notaio apostolico Didaco Verrina del 7 marzo 1757, in: Cartella S. Tommaso).

 

 

Anno 1757

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di aprile Bruno Cirillo ottiene il decanato lasciato vacante per la morte di Leonardo Cirillo (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap., per obitum, F 178, f. 22 e  Reg. Lat., XVII, 1.7, f. 273). Tommaso Policastrese, quarantacinquenne, professore di sacri canoni e di teologia morale, ottiene il tesorierato, lasciato vacante per la promozione di Bruno Cirillo (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap.,  per obitum, F 178, f. 22 e 23v). Giuseppe Fragale lascia il decanato per il tesorierato, vacante per la promozione all’arcidiaconato di Tomamso Policastrese (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap., per obitum, F 178, f. 22 e 23v e  Reg. Lat., XVIII, 1.8, f. 251). Il 26 giugno dello stesso anno Andrea Laudari, a seguito delle dimissioni di Giuseppe Fragale, ottiene il tesorierato (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap., per obitum, F 178, f. 22 e 23v e  Reg. Lat., 2094, ff. 289-290v). Pietro Galati de Diano è cantore della cattedrale fino al 1765 (Settecento calabrese, p. 560 e ASV, Dat. ap. per obit., F 189, f. 37).

 

Anno 1760

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: Bruno Cirillo, decano – ? , arcidiacono – Pietro Diano, cantore – Francesco Coccino, tesoriere – Saverio Cavarretta, arciprete.

                   Nel mese di maggio Saverio Cavarretta, quarantunenne, cancelliere della curia episcopale, esaminatore sinodale, con visitatore diocesano, rettore del seminario, ottiene l’arcipretura, vacante per il trasferimento di Giuseppe Donato alla chiesa di s. Nicola della parrocchia di Tiriolo, in diocesi di Nicastro  (Settecento calabrese, pp. 559-560 e Dat. ap., per obitum, F 181, f. 27 e Reg. Lat., II, 1.6, f. 507). Nello stesso mese Giovanni Sorrentino, chierico di Nicastro, ventottenne, professore di teologia, viene nominato lettore del seminario di Belcastro, predicatore ed esaminatore sinodale, a seguito del tramutamento di Saverio Cavarretta all’arcipretura.  (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap.,  per obitum, F 189, f. 37).

 

 

Anno 1765

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: Bruno Cirillo, decano – ? , arcidiacono – Pietro Diano, cantore – Francesco Coccino, tesoriere – Saverio Cavarretta, arciprete.

Canonici: ?

Famiglie: ?

(aass, Atto del notaio apostolico Contestabile del1765, in: Cartella S. Tommaso).

 

 

Anno 1768

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di settembre il sacerdote diocesano Giuseppe Fragale, quarantanovenne, già provicario generale, ottiene il cantorato per la morte di Pietro de Diano, avvenuta nel mese di agosto (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap.,  per obitum, F 189, f. 37). Nel mese di novembre Tomaso Policastrese, cinquantaseienne, professore di U.J.D. e di teologia morale, esaminatore sinodale, con visitatore e promotore della mensa vescovile, ottiene l’arcidiaconato (Settecento calabrese, p. 560 e Dat. ap.,  per obitum, F 189, f. 38). Nel mese di dicembre Andrea Brailla, sacerdote della diocesi di Santaseverina, quarantaseienne, U.J.D., esaminatore sinodale, uditore del vescovo di Belcastro, ottiene il tesorierato, vacante per la promozione all’arcidiaconato di Tomaso Policastrese (Settecento calabrese, pp. 560561 e Dat. ap.,  per obitum, F 189, f. 38v).

 

 

Anno 1769

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di gennaio Andrea Laudari, cinquantaseienne, già maestro delle cerimonie, ottiene il primiceriato, vacante per la promozione al tesorierato di Andrea Brailla (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 190, f. 32v). Nel mese di giugno Andrea Brailla diviene arcidiacono per il tramutamento di Giuseppe Fragale (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 191, f. 25v e Reg. Lat., I, 1.1, f. 576). Nel mese di gennaio, Vincenzo Contestabile, chierico di Nicastro, di circa ventiquattro anni, professore di canto gregoriano e di organo, familiare del vescovo di Belcastro, veniva nominato maestro delle cerimonie, per la promozione di Andrea Laudari (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 190, f. 32).

 

Anno 1773

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di settembre, il sacerdote diocesano Domenico Spada, quarantaquattrenne, “modulator organorum” e cancelliere della curia vescovile, sub collettore apostolico e prefetto del seminario, ottiene l’arcipretura, vacante per la morte di Antonio de Diano (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 195, f. 29v e Reg. Lat., V, 1.1, f. 235).

 

Anno 1776

Vescovo: Tommaso Fabiani (1755 – 1778).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di luglio Francesco Avignone, quarantaduenne, cappellano corale, economo della mensa vescovile, con visitatore che ha cura d’anime, versato nel canto gregoriano, ottiene il primiceriato, resosi vacante per la morte in maggio di Andrea Laudari (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 198, f. 29v).

 

 

Anno 1781

Vescovo:  sede vacante retta dal decano Bruno Cirillo.

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di settembre Antonio Sillano ottiene il primiceriato con annesso il canonicato teologale, vacante per la promozione all’arcidiaconato di Andrea Brailla (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 203, f. 28v e Reg. Lat., VII, 1.2, f. 518).

 

 

Anno 1784

Vescovo:  sede vacante retta dal decano Bruno Cirillo.

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Canonici:  nel mese di ottobre Luigi Gimigliano, suddiacono ventiseienne, cappellano corale, già maestro di scuola, versato nel canto gregoriano è nominato  cappellano corale, a seguito del trasferimento di Vincenzo Contestabile alla parrocchia di Maida (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 206, f. 33 e Reg. Lat., X, 1.3, f. 538). Nello stesso mese, Leonardo Cirillo, suddiacono venticinquenne, versato nel canto gregoriano e suonatore d’organo, è nominato anch’egli cappellano corale (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 206, f. 33 e Reg. Lat., X, 1.3, f. 539).

 

 

Anno 1788

Vescovo:  Francesco Ganini (1785 – 1792).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari:

Canonici:  nel mese di gennaio Tomaso de Matteis, trentacinquenne, sacrista maggiore, versato nel canto gregoriano, è “modulator organorum” per la morte di Domenico Spada, avvenuta nell’agosto dell’anno precedente (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 210, f. 27v e Reg. Lat., XIII, 1.3, f. 300). Dal 1786 figurano sacerdoti Bruno e Giuseppe Galati de Diano.

 

 

Anno 1789

Vescovo:  Francesco Ganini (1785 – 1792).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di luglio il canonico Giuseppe Fragale, sessantanovenne, esaminatore sinodale, già vicario generale, ottiene il decanato, vacante per la morte di Bruno Cirillo (Settecento calabrese, p. 561-562 e Dat. ap.,  per obitum, F 211, f. 33v e Reg. Lat., XV, 1.1, f. 113). Nel mese di agosto Andrea Brailla, sessantenne, professore di teologia e U.J.D., protonotario apostolico, esaminatore prosinodale e con visitatore, già canonico teologo e vicario capitolare, ottiene il cantorato, lasciato vacante da Giuseppe Fragale promosso al decanato (Settecento calabrese, p. 562 e Dat. ap.,  per obitum, F 211, f. 34v e Reg. Lat., XV, 1.1, f. 114). Nello stesso mese, Luigi Gimigliano, trentatreenne, economo curato, lettore del seminario, professore di canto gregoriano, ottiene il primiceriato, lasciato vacante da Antonio Sillani (Settecento calabrese, p. 562 e Dat. ap.,  per obitum, F 215, f. 25.

Nel mese di settembre Antonio Sillani, cinquantunenne, professore di teologia e U.J.D., predicatore quaresimale, esaminatore prosinodale, canonico arciprete, ottiene l’arcidiaconato, a seguito della promozione di Andrea Brailla (Settecento calabrese, p. 562 e Dat. ap.,  per obitum, F 211, f. 35v e Reg. Lat., XV, 1.1, f. 163).

Canonici:  Nello stesso mese, Leonardo Cirillo, suddiacono venticinquenne, versato nel canto gregoriano e suonatore d’organo, è nominato anch’egli cappellano corale (Settecento calabrese, p. 561 e Dat. ap.,  per obitum, F 206, f. 33 e Reg. Lat., X, 1.3, f. 539).

 

Anno 1793

Vescovo:  Vincenzo Greco (1792 – 1805).

Feudatario: Gerolamo Poerio, barone (1755 – 1799).

Dignità capitolari: nel mese di agosto Francesco Vagnone, economo curato e maestro delle cerimonie, versato nel canto gregoriano, ottiene il tesorierato, vacante per la morte di Tommaso Policastrese, avvenuta nel novembre 1781 (Settecento calabrese, p. 562 e Dat. ap.,  per obitum, F 215, f. 24 e Reg. Lat., XIX, 1.2, f. 252).

Chierici:  nel mese di agosto Francesco Gimigliano, settantenne, dell’ordine dei frati riformati, ma “fuori chiostro in abito di sacerdote secolare”, dispensato dei fini benefici, è professore di canto gregoriano, a seguito della promozione di Luigi Gimigliano  (Settecento calabrese, p. 562 e Dat. ap.,  per obitum, F 215, ff. 24-25). Nello stesso mese, il ventisettenne Domenico Dieni è sacrista e cappellano corale (Settecento calabrese, p. 562 e Dat. ap.,  per obitum, F 215, f. 24 e Reg. Lat., XIX, 1.2, f. 524). Giuseppe Fragale, sacerdote.

 

 

[1] Prima della sua elezione a vescovo era stato chierico nella chiesa cattedrale di Catanzaro, a seguito della morte di Ferrante Faragò. Il 4 aprile 1592, già vescovo di Belcastro, assieme all’arcivescovo di Cosenza e al vescovo di Nicastro, partecipò alla consacrazione di Francesco Monaco, vescovo di Martirano.

[2] Il 22 novembre dell’anno seguente avrà la chiesa rurale delle Taverne in diocesi di Troppa: ASV, Reg. Lat. 1905, ff. 470v-471v.

[3] Una relazione del vescovo Bartolomeo Gessidel 29 aprile 1634, riferisce che la “Poenitensiaria autem fuit instituta de anno 1578 circiter una cum Archipresbiter”: ASV, SCC, Relariones ..., Belcastro, a. 1634.

[4] Faceva capo, cioè, alla chiesa dell’Annunziata, dove era anche annesso un ospizio per i pellegrini.

[5] Chiesa della Pietà.

[6] Quella della Madonna della pietà si ricostituirà in seguito.

[7] La maggior parte dei nomi, indicati per gli anni 1631 1633, sono tratti dal registro notarile di Francesco Mazzaccaro (ASCZ, Fondo notarile, Registro F. Mazzaccaro, anni 1631 - 1633) con a fianco riportati i giorni della rogazione dei documenti.

 

[8] Erano uomini di chiesa laici che provvedevano alla manutenzione quotidiana delle chiese.

[9] ASCZ, Provv. 55, Maria del Carmine di Belcastro, n. 128. L’indulgenza venne concessa per raccogliere fondi per la chiesa le cui entrate erano scarse.

[10] G. FIORE, Della Calabria illustrata, II, cit., pp. 399-400.

[11] Donne laiche di chiesa.

[12] Questo monastero, assieme a quello dei Terziari, fu chiuso per la riforma di papa Innocenzo X che prevedeva l’abolizione dei piccoli conventi.

[13] Una volta cappella, fu poi ampliata dalla devozione popolare e costruita come una piccola chiesa.

[14] Durante alcuni scavi, proprio nei pressi della cattedrale, per la costruzione della casa canonica, sono affiorati alcuni resti di morti che sono stati subito ricoperti.

[15] Il 6 giugno1689 fu eletto vescovo di Termoli e, poi, di Pozzuoli.

[16] Probabilmente da questo cognome potrebbe derivare il nome della località Latterusa.

[17] In seguito alla morte del Barulato, la cappellania di s. Giovanni rimase vacante e, quindi, gestita dalla chiesa madre dei gerosolimitani in Calabria di s. Eufemia che ne diede i proventi al seminario. Dopo alcuni anni fu nominato cappellano un chierico della cattedrale di Catanzaro.

[18] I nominativi riguardanti gli ecclesiastici, per l’anno 1703, sono tratti dal registro notarile di Michel Angelo Rotella (ASCZ, Fondo notarile, Registro M. A. Rotella, anno 1703) con a fianco riportati i giorni della rogazione dei documenti.

[19] Rettore.

[20] ASV, Segreteria dei brevi, vol. 2176, f. 206v e f. 211.

[21] La maggior parte dei nominativi sono tratti dal registro notarile del 1717 di Michelangelo Rotella; le indicazioni di questo registro sono riportate con la data del relativo documento.

14 ottobre 2008

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